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Mercoledì 22 agosto a Concorto vede il pomeriggio impegnato con The Summer Connection, un meeting tra festival internazionali, produttori, registi e professionisti del settore per dibattere sul presente e il futuro del cortometraggio.
Le proiezioni serali invece iniziano con il corto Dzenia, vincitore del festival di Clermont Ferrand e proseguono con O Órfão, direttamente da Cannes, che narra la vicenda di un orfano alquanto peculiare. Proseguiamo poi con Jerry, surreale commedia polacca, e con Ugly, una delle opere di animazione più celebrate e all’avanguardia che si possono trovare in circolazione. Concludono la serata Matria, il racconto di un rapporto tra tre donne legate da relazioni familiari e Marguerite, la storia di una donna che ritrova una parte di sé rimasta sepolta per tutta la vita.
A seguire in serra la rassegna Mirrors (qui le recensioni) ci mostrerà alcuni cortometraggi dedicati alle tematiche di genere e la serata si concluderà con i sobbalzi di Deep Night (qui le recensioni), questa sera per stomaci davvero forti.
Nel boschetto invece il dj set vinilico e improvvisato de Les Fufies and the Rubbish, imperdibile a dir poco.

A seguire l’intervista a Henrietta Rauth, attrice co-protagonista del film “Fucking Drama”, rassegna Deep Night.

Drzenia – Dawid Bodzak
Visto da Yorgos Kostianis

 

“Immagina di ritrovarti perso e spaventato in una foresta oscura, circondato da lupi ululanti che si avvicinano… cosa faresti?”
Questa è la frase allegorica con la quale apre Drzenia, vincitore del Grand Prix al prestigioso Festival di Clermont-Ferrand (2018). Il film racconta la storia di Janek, un adolescente afflitto da misteriose crisi di tremori e l’impatto che hanno su di lui e le persone che lo circondano.
Il regista polacco Dawid Bodzak affronta tematiche di angoscia adolescenziale e mascolinità tossica attraverso uno stile narrativo che oscilla tra il realismo e l’onirico, includendo una stupenda performance istrionica da parte del protagonista che vi farà tremare sulle vostre sedie.

O Órfão – Carolina Markowicz
Visto da Elena Saltarelli

Di rifiuto e discriminazione. Di questo parla il cortometraggio di Carolina Markowitz, regista brasiliana che ha voluto raccontare la storia, realmente accaduta, del giovane Jonathas, rifiutato dalla famiglia adottiva per i suoi comportamenti femminili. Questo film riesce a raccontare, senza alcuna retorica, della sofferenza provocata dalla disgustosa leggerezza con cui una coppia si libera del figlio appena adottato. Estremamente toccante è la prova attoriale del giovane protagonista, capace di restituire una dignità superiore alla vigliaccheria delle persone e ai mali del mondo. “That was meant to be – forget it” è un mantra che lo riporta nel mondo degli orfanotrofi, popolato dai tanti esclusi con cui lui sta crescendo, e sta formando sé stesso. Una prova che la famiglia è dove vieni amato, ovunque tu sia.

Jerry – Roman Przylipiak
Visto da Sofia Brugali

Jerry è un guaritore che viene presentato allo spettatore più come un ciarlatano avido di denaro che un vero taumaturgo nel momento in cui riceve un pugno da Bartek, figlio deluso e arrabbiato di una cliente. Eppure, con lo svilupparsi della trama, lo si vede risanare miracolosamente un gruppo sempre più numeroso di infermi e bisognosi con il solo aiuto delle sue mani… Jerry sembra essere anche il nome del cagnolino ferito che l’uomo trova in giardino il giorno precedente la prima prodigiosa guarigione e che sparisce insieme alle nuove capacità del suo padrone: una coincidenza? Quale Jerry è il vero detentore di un potere tanto benefico? Quale Jerry il vero protagonista, citato nel titolo del cortometraggio? Dalla Polonia una tragicommedia che non mancherà di confondervi.

Ugly – Nikita Diakur
Visto da Carlotta Magistris

Ugly, del russo Nikita Diakur, è una sorta di fiaba allegorica la cui trama segue il girovagare di un gatto brutto, abbandonato e alla ricerca di affetto e ripetutamente allontanato da chi incontra sul suo cammino fino a quando finalmente trova qualcuno che si prende cura di lui. La semplicità della storia si incontra con l’utilizzo che il regista fa dell’animazione, creando un universo surreale ed estremizzato, caotico e a tratti violento, in pieno contrasto con la delicatezza della vicenda, che raccontata attraverso questa estetica paradossale crea nello spettatore un curioso effetto di straniamento nei confronti della trama e un’immersione totale nell’estetica computerizzata in cui la storia prende vita.

Matria – Alvaro Gago
Visto da Margherita Fontana

Il cortometraggio di Alvaro Gago arriva a Concorto dopo aver collezionato premi in numerosissimi festival (tra gli altri il gran premio della giuria al Sundance 2018). In Matria seguiamo la sfibrante routine giornaliera di Ramona: sposata con un uomo brusco e scostante, la donna si divide tra la cura della casa e il lavoro di operaia presso una fabbrica di confezionamento di cozze. Vessata e insultata da tutti trova conforto nell’amore per la figlia e la nipotina. Matria è un neologismo usato, tra le altre, da Virginia Woolf e ripreso poi dal femminismo, per indicare l’alternativa alla patria: è l’unione delle persone resa possibile dalle donne, dal loro essere madri, figlie e sorelle, dalla loro accoglienza, sacrificio e cura. L’omonimo corto di Gago mostra attraverso una narrazione cruda e sintetica, la drammaticità insita in questa condizione e la forza umana di tale sacrificio.

Marguerite – Marianne Farley
Visto da Carlotta Magistris

Marguerite, cortometraggio del 2017 girato dalla canadese Marianne Farley, è un delicato film su un confronto generazionale fatto d’amore e di cura fra una donna anziana malata e l’infermiera che occupa quotidianamente di lei, Rachel. Con ritmi lenti ed espressivi primi piani ad enfatizzare le differenze e la connessione fra le due donne, attraverso la storia d’amore omosessuale di Rachel con la propria compagna, la fragile protagonista Marguerite ripercorre mentalmente la propria storia amorosa passata, rispolverando una vecchia ferita che ora sembra lasciare l’ombra di un sorriso in bilico fra la nostalgia e una lieve amarezza.