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Ci siamo! Con questo giornaliero inauguriamo i daily di #Concorto2019, ovvero l’indispensabile guida quotidiana a Concorto Film Festival.
Dopo un Opening Party di gran classe ai Giardini della Galleria Ricci Oddi (su FB e Instagram foto e video), iniziamo oggi con le attesissime proiezioni a Parco Raggio.
Appuntamento alle 21 con She Runs, bellissimo cortometraggio del regista cinese Yang Qiu noto per aver vinto la palma d’oro con “A Gentle Night”, proseguiamo con In Our Synagogue, gioiellino ucraino basato su un romanzo incompiuto di Kafka e recitato interamente in Yiddish; All Inclusive è il terzo corto in concorso e ci mostra l’irresistibile e lattiginoso horror vacui delle crociere mentre la dolcissima animazione Mémorable dipinge in modo toccante la patologia dell’Alzheimer.
Mina, di Martino Chiti e Daniele Stefanini ci porta in Nicaragua e avremo il piacere di approfondire i temi di questo documentario sperimentale proprio con i registi stessi. Appuntamento infatti alle 23.30 nel Boschetto di Parco Raggio per i Midnite Talk, ovvero incontri e dibattiti con gli ospiti concortiani. Concludono le proiezioni in concorso la poetica animazione russa Mitija’s Love e la buffa vicenda natalizia di Cadoul de Craciun (Christmas Gift).
Iniziano anche le attese proiezioni in serra con il silent cinema, ovvero il cinema con l’audio in cuffia in filodiffusione; Focus Portogallo alle 23.45 e la prima carrellata dei film horror e weird di Deep Night, qui le recensioni.
Come già accennato sopra, alle 23.30 Midnite Talk con i registi di Mina, buffet e late night music.
A stasera!

A seguire le recensioni dei film in concorso a cura della redazione di AsinoVola.

She Runs – Yang Qiu
Visto da Margherita Fontana

Presentato in anteprima mondiale a Cannes ne La Semaine de la Critique, She Runs dipinge con sobrietà ed esattezza il dramma che può celarsi dietro ad una violenza apparentemente piccola: l’obbligo imposto dalla famiglia ad una giovane ragazza di frequentare un corso scolastico di danza aerobica. Attraverso inquadrature claustrofobiche e lunghi silenzi, il regista Qiu Yang, già a Concorto nel 2017 con il bellissimo A Gentle Night, ci offre un quadro sociale e politico della Cina di oggi, nel quale il desiderio di “correre” si fa forte.

In our Synagogue – Ivan Orlenko
Visto da Yorgos Kostianis

Per il suo esordio, il regista ucraino, Ivan Orlenko ha tratto ispirazione dal romanzo incompiuto di Franz Kafka: “Nella nostra sinagoga”.
Mentre il materiale originale di Kafka è lungo solo una pagina e mezza, Orlenko ha dispiegato un universo indipendente attorno alla parabola dell’autore, con le sue proprie regole, consuetudini, allusioni e interazioni asincrone.
Il film racconta la storia di un ragazzo ebreo di 12 anni che cerca di catturare un animale misterioso che vive nella sinagoga. Secondo alcune leggende pare che la creatura abbia vissuto lì per diverse generazioni. Nel suo tentativo di trovare questo mistico animale, il ragazzo si perde in un groviglio di storie contrastanti raccontate da persone diverse. La vigile attenzione di Orlenko ai dettagli spicca non solo attraverso le sue magistrali sequenze di vere case e sinagoghe ebraiche sopravvissute, rivestite in un bianco e nero tarkovskiano; ma anche nel riuscire nella straordinaria impresa di far tradurre e recitare la sceneggiatura del film esclusivamente in Yiddish.

All Inclusive – Corina Schwingruber Ilic
Visto da Sofia Brugali

All inclusive è uno sguardo imparziale sulla vita nelle crociere tutto incluso, una raccolta di momenti che ne rivelano l’incredibile offerta ricreativa, d’altronde necessaria per sopravvivere alla noia durante la reclusione volontaria-eppure-obbligata del viaggio in mare. Il paradiso è a portata
di portafoglio; il dio del turismo di massa assume molteplici forme per intrattenere i propri fedeli: palestre e piscine, lussuose sale da pranzo, corsi di zumba e romantici servizi fotografici… Nel lattiginoso riverbero della luce del sole sulla distesa d’acqua le immagini assumono il candore del
sogno, ma l’ombra dell’artificialità suggerisce un’inquietante sensazione d’incubo: tutti quei volti sorridenti sembrano quasi una forzatura e la nave-città assume a tratti le sembianze di una distopica metropoli. Che ansia!

Mémorable – Bruno Collet
Visto da Margherita Fontana

Bruno Collet trova una modalità inedita di raccontare il dramma dell’Alzheimer: invece di guardare il malato dall’esterno, attraverso gli occhi dei suoi cari, Collet ci porta nella sua stessa mente, quella dell’anziano pittore Louis. L’animazione, frutto di una felice sintesi tra stop motion e 3D digitale usa un linguaggio figurativo tratto dall’arte (difficile non pensare ai ritratti liquefatti di Francis Bacon o all’inquietudine dei paesaggi di Van Gogh) per mostrarci il dissolversi del senso e della forma della realtà sperimentata dal protagonista. Mémorable di Bruno Collet arriva a Concorto dopo aver vinto il premio per il miglior cortometraggio e il premio del pubblico al festival di Annecy, tempio europeo dell’animazione.

Mina – Martino Chiti + Danele Stefanini
Visto da Yorgos Kostianis

Martino Chiti e Daniele Stefanini non solo provengono entrambi dalla stessa città natale di Livorno ma anche da forti background nella fotografia; e la loro perizia nella suddetta arte non passa di sicuro inosservata nella loro opera Mina.
Mina el Limon è una città nicaraguense costruita sopra una miniera d’oro, dove la percentuale di malattie renali croniche supera il 30%. Liberando la loro visione dalle limitazioni di una narrativa lineare, i registi impiegano le tecniche di videomapping e photo paste per creare un documentario sperimentale che va oltre la superficie, indagando su la relazione simbiotica tra la popolazione e il luogo. Una relazione derivata dallo sfruttamento dell’ambiente, in cui l’intervento umano crea risorse ma allo stesso tempo danneggia gli abitanti.

Mitija’s Love – Svetlana Filippova
Visto da Elena Saltarelli

Questo cortometraggio animato, diretto dalla regista russa Svetlana Filippova, è basato sull’omonimo racconto breve di Boris Shergin.
In quattordici minuti si snoda, come un gomitolo di lana, la storia di Mitya, innamoratosi di Maria, incontrata a causa di un forte vento che impediva a entrambi di raggiungere agevolmente il teatro di Solombala. Questo incontro segna il destino del ragazzo: infatti, dopo essersi confessati i propri sentimenti, Maria scompare, e Mitya si propone di cercarla ovunque, dato che ormai la vita senza di lei non ha più alcun senso.
Il tratto figurativo ricalca l’arte naif sovietica, strizzando l’occhio a opere come quelle di Luba Simansky, e alle avanguardie folk che miravano a descrivere l’atmosfera popolare russa, nella sua bellezza e fragilità; lo sviluppo narrativo riprende stilemi cari al surrealismo d’avanguardia, quello
per intenderci – che cercava di produrre le proprie opere utilizzando processi simili a quelli onirici.  La colonna sonora, ricca e variegata, è anch’essa ispirata al canto popolare e, non esente da influenze dialettali dà ritmo a una narrazione composta da scene fuse l’una dentro l’altra,
intersecate come in un lucido sogno composto da gatti, da alcolizzati e da difficile situazioni famigliari.
La campagna e la città si fondono, e la realtà sovietica si sovrappone a se stessa, in una storia d’amore che è anche un dolce omaggio a una popolazione intera.

Cadoul de Craciun – Pablo Monoz Gomez
Visto da Vanessa Mangiavacca

Sta calando la notte, per le vie di Timisoara regna il silenzio, interrotto dai passi di qualche poliziotto e da quelli del padre di Marius, intento a trasportare un pino sulle spalle. Marius, ragazzino vivace impaziente di addobbare quell’albero e scartare i tanto attesi regali, per quel Natale ha chiesto a Santa Claus non solo una locomotiva per se stesso ma di soddisfare anche i desideri dei genitori, in particolare quelli del padre, che più di tutti sogna la morte dello Zio Nick, all’anagrafe Nicolae Ceausescu, dittatore rumeno, Presidente della Repubblica Socialista di Romania dal 1974. Un insieme di situazioni tragicomiche si susseguiranno quando il padre, dopo aver appreso la notizia, cercherà disperatamente una soluzione per far scomparire quella lettera, che il figlioletto ha ormai saggiamente imbucato. Che Santa Claus abbia svolto il suo compito? Con humor balcanico e striature black il regista Bodgan Muresanu ci racconta gli ultimi giorni della dittatura comunista in Romania e di Ceausescu, il quale sarà  giustiziato quello stesso Natale, il 25 dicembre 1989.