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Penultimo giorno di Concorto (sigh) e stasera probabilmente uno dei momenti più attesi di questa sedicesima edizione: il live “Mahler Remixed” con Christian Fennesz e Lillevan! Ma andiamo con ordine.
Alle 18 appuntamento a Palazzo Ghizzoni Nasalli per la proiezione dei cortometraggi realizzati all’interno del workshop “Video a 360 gradi”, a giudicare dalle riprese realizzate in questi giorni ci sarà da divertirsi.
Ci sposteremo poi a Parco Raggio, questa sera impreziosito dal video mapping di Rorschach – Visual Project, un incredibile gioco di luci e colori che accompagnerà la serata.
Le proiezioni al parco inizieranno come di consueto alle 21 con l’ultima infilata di corti; A casa mia di Mario Piredda è una storia che in qualche modo riecheggia il cortometraggio nepalese Dadyaa proiettato martedì; proseguiamo con Notes on Monstropedia del giapponese Koj Yamamura, un archivio animato di mostri immaginari tratti da un bestiario fittizio dell’Europa medievale. Jamie di Christopher Manning racconta con toni delicati la maturazione sentimentale di un timido adolescente e Un état d’urgence di Tarek Roehlinger ci fa riflettere sul perenne stato di allerta terroristica in cui versa oggi la città di Parigi. Ultimo cortometraggio in concorso quest’anno è l’animazione 59 secondi dell’italo-svizzero Mauro Carraro, che racconta il disastroso terremoto avvenuto in Friuli nel maggio del 1976. Mauro è qui ospite del festival e avremo il piacere di intervistarlo stasera sul palco.
A seguire, il suggestivo live “Mahler Remixed” con Cheristian Fennesz e Lillevan, entrambi intervistati qui su AsinoVola (qui l’intervista a Fennesz e qui quella a Lillevan).
Alle 23.30 in serra concludiamo le proiezioni notturne cinefile con la terza parte del Focus Romania (qui le recensioni) e con l’intervista live ad Andrei Georgescu, regista di Candy Crush. I brividi della DEEP NIGHT alle 00.15 vi accompagneranno poi in questa ultima notte di proiezioni nello Spazio Serra.
Chi invece vorrà ballare tra gli alberi centenari del palco avrà pane per i suoi denti con il nostro resident dj Gigi Proiettile!
A seguire, intervista ad Alessio Dutto e Francesco Torelli, due dei compositori della colonna sonora del film Makhno e le recensioni dei film in concorso.

A casa mia – Mario Piredda
Visto da Silvia Alberti

Con “A casa mia”, il regista Sardo Mario Piredda, si aggiudica il David di Donatello per il miglior cortometraggio, e non è difficile capire il perché; l’originalità di un’opera risiede nella capacità di quest’ultima di donarci altri punti di vista tramite i quali osservare ciò che pensiamo già di conoscere. La terra Sarda è molto di più di quello che ci viene mostrato dagli operatori turistici, e lo sguardo malinconico di Lucia e Peppino, due anziani rimasti gli unici abitanti di un paese di pescatori, ce lo dimostra. Un luogo che si popola solo d’estate, ha dunque nell’inverno la sua pietra più preziosa. Lucia e Peppino, che vivono quel tipo d’amore che nasce dalla vicinanza e dalla comunanza di situazioni, lo sanno bene. Proprio per questo desiderano che il freddo inverno possa finire il più tardi possibile, poiché è l’unico ormai che riesce a conservare gli ultimi stralci di quelle tradizioni che ormai risultano perdute.

Notes on Monstropedia – Koj Yamamura
Visto da Yorgos Kostianis

Koji Yamamura è uno dei più prolifici creatori di animazione di oggi, e il primo regista giapponese a essere nominato per un Academy Award nel 2002. Dopo aver lasciato una carriera come background artist a uno studio di animazione si è dedicato alla regia, la scrittura, l’editing, l’animazione e, talvolta, ai cortometraggi. Uno di questi è Notes on Monstropedia, un archivio animato di mostri immaginari scritto da un “mostrologo” fittizio nell’Europa medievale. Il film descrive le abitudini dei mostri che utilizzano movimenti ispirati da brevi aforismi e che trasmettono nozioni astratte e osservazioni sulla condizione umana.

Jamie – Christopher Manning
Visto da Elena Saltarelli

Jamie, debutto alla regia di Christopher Manning, è un cortometraggio di 9 minuti che si propone di indagare, con l’ausilio di toni estremamente lucidi e lievi, l’apertura emotiva di un timido ragazzo omosessuale al mondo che lo circonda, attraverso il dialogo avvenuto con uno sconosciuto approcciato su una app di incontri. L’elemento formativo e determinante dell’opera risiede nel dialogo centrale, in cui il protagonista si libera dai suoi conflitti interiori attraverso la conversazione e la connessione che instaura con il suo interlocutore. Il delicato realismo che innerva questo film si espande in tutte le sue parti – dialoghi, fotografia, recitazione – e ci consegna un lavoro intimista e introspettivo, che parla della paura di essere sinceri con sé stessi, prima che con gli altri; e lo fa sottovoce, guardandoci negli occhi.

Un état d’urgence – Tarek Roehlinger
Visto da Carlotta Magistris

Cortometraggio del 2016 di Tarek Roehlinger, Un état d’urgence con una tematica molto attuale ha una grande capacità di creare tensione in chi guarda. La figura attorno a cui ruota la storia, Omar, è un militare che sorveglia un edificio pubblico di Parigi, compito che lo pone in uno stato di allarmismo costante che si riflette a lungo andare sulla sua percezione della realtà, in particolare nei confronti del terrorismo, dipinto nel film come un pericolo costante. Il culmine arriva con la presenza di una valigia misteriosa nei pressi del palazzo e che dà il via allo ‘stato d’emergenza’ (il titolo del corto), creando una reazione di panico generalizzata che poi, nel suo finale vagamente aperto, sembra rivelarsi come il frutto del turbamento delle coscienze dei singoli individui, loro stesse in uno stato di emergenza costante.

59 secondi – Mauro Carraro
Visto da Margherita Fontana

Vincitore del Pardino d’Argento al festival di Locarno per la selezione nazionale, l’opera di animazione di Mauro Carraro è una fusione espressiva di immaginario e realtà biografica. 59 secondi è la durata della disastrosa scossa di terremoto che colpì il Friuli nel maggio 1976, sconvolgendo la vita di moltissime persone, tra le quali anche quella della giovane coppia formata da Bruno e Tiziana, genitori del regista. Carraro ha deciso di raccontare la loro storia d’amore e la catastrofe del terremoto, il cui epicentro si trovava nei pressi della caserma degli alpini di Gemona, proprio dove il giovane Bruno prestava servizio militare. Immaginario e realtà si intrecciano quando a tremare non è solo la terra, ma anche il cuore di Bruno nel momento del rifiuto di Tiziana. Il finale afferma il valore della resilienza, la capacità di risollevarsi e di ricostruire. Frutto del lavoro di due anni e mezzo, il corto è realizzato attraverso una tecnica messa a punto da Carraro e definita 3D sensibile: l’animazione imita espressivamente l’acquaforte, scongiurando il rischio di freddezza e dando corpo alla dimensione onirica e poetica che pervade l’opera.