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testo e recensioni di Yorgos Kostianis

WABI-SABI | FOCUS JAPAN

Uno degli elementi più importanti e distintivi che rafforzano l’identità di Concorto Film Festival è la sua visione internazionale. Ampliare gli orizzonti cinematografici del nostro pubblico introducendolo a filmografie estere e poco note è una questione che ci sta particolarmente a cuore.
Di conseguenza, sin dal 2009, parallelamente al concorso principale, abbiamo deciso di cogliere la sfida e dedicare una sezione speciale del festival a un particolare Paese con lo scopo di far luce su prospettive nuove e insolite, indissolubilmente legate al contesto culturale e sociopolitico del paese in questione. Sono nati così i focus su Polonia, Israele, Québec, Corea, Svezia, Belgio, Iran, Grecia, Cuba, Argentina e Romania.
Quest’anno, sempre con lo stesso spirito pionieristico, Concorto rivolge lo sguardo sul cinema nipponico.
Se si volesse condensare la lunga storia della cinematografia nipponica in un’espressione, la scelta più azzeccata sarebbe wabi-sabi. Il significato di questa voce giapponese potrebbe essere definito come un insolito cambiamento di prospettiva che può generare un mutamento interiore molto potente e profondo, in grado di spingerci a rallentare e considerare i dettagli della realtà circostante, in tutte le loro sfumature più squisite ed evocative. Ed è proprio questo l’obiettivo della rassegna organizzata da Concorto: riflettere e indagare su questo concetto attraverso le opere dei giovani autori giapponesi, eredi di questa lunga e ricca tradizione filmica.

I film selezionati 

a cura di Yorgos Kostianis

And So We Put Goldfish in The Pool di Nagahisa Makoto, 2016
Cycle Cycle di Junichi Kanai, 2017
Girl of Wall di Yuji Harada, 2011
Kyo-Netsu di Yuji Mitsuhashi, 2017
Nagisa di Takeshi Kogahara, 2017
Small People With Hats di Sarina Nihei, 2014
Wind di Toshiyuki Ichihara, 2018

And So We Put Goldfish in The Pool – Nagahisa Makoto

Quattro ragazze, asfissiate dalla putrefazione della vita stagnante nella loro città provinciale, decidono di liberare 400 pesci rossi nella piscina del liceo, sperando sotto sotto che anche loro, un giorno, saranno liberate.
Un corto frenetico e dissacrante che continua a tradire le aspettative dello spettatore, facendo luce sull’incertezza dell’adolescenza con una disarmante empatia che rispecchia l’escapismo che ogni tanto tutti abbiamo desiderato. Il regista Makoto Nagahisa è stato il primo giapponese a vincere il Sundance Festival nel 2017.

Cycle Cycle – Junichi Kanai

Junpei e Satoshi si imbarcano in un viaggio attraverso il Giappone su un tandem. Presto litigano e le loro strade si dividono. Continuando il suo viaggio Junpei incontra l’autostoppista Mitsuru e insieme avranno una nuova avventura che li segnerà per sempre.
Un film di formazione, assurdo quanto dolce, che allude ai problemi sociali giapponesi.

Girl of Wall – Yuji Harada

“Girl of Wall” segue la storia di Yoda, una ragazza goffa con l’hobby di abbracciare i muri. Un corto sbarazzino e maldestro ma nello stesso tempo tremendamente divertente e inevitabilmente adorabile, proprio come la sua protagonista.

Kyo-Netsu – Yuji Mitsuhashi

Un vertiginoso film noir sulla soffocante quotidianità di un autore che soffre del blocco dello scrittore. Cercando di scappare dalla monotonia, sviluppa un forte feticismo per l’asfissia erotica che sfoga ogni sera su sua moglie. Questo gioco però destabilizzerà i confini tra finzione e realtà.

Nagisa – Takeshi Kogahara

Un ragazzo cerca di avvicinarsi alla sua compagna di classe durante i corsi di nuoto. Le conversazioni effimere tra di loro rimarranno per sempre impressi nella sua memoria.

Small People with Hats – Sarina Nihei

Il corto di diploma di Sarina Nihei, un’animazione dallo spiccato gusto estetico, originale ed eccentrica, basata sulla disperazione e l’assurdità della società moderna.

Wind – Toshiyuki Ichihara

Una folata di vento porta un piccolo miracolo a una vedova mentre congeda il suo amato sul letto di morte. Un corto paradigmatico sull’imprevedibilità e assurdità del cinema nipponico.

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