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Cosa ci aspetta oggi a Concorto? Dopo aver (quasi) schivato la pioggia di ieri, oggi guardiamo al sol dell’avvenire e inauguriamo le proiezioni pomeridiane nella serra di Palazzo Ghizzoni Nasalli, in vicolo Serafini 12.
Alle 18 proietteremo infatti i cortometraggi vincitori del concorso “Immagina un mondo senza corruzione”, promosso da Transparency International. Nove sono i film premiati, realizzati da giovani cinefili provenienti da Ungheria, Slovenia e Italia.
La serata proseguirà poi, come di consueto, alle 21 a Parco Raggio (Pontenure), con le proiezioni dei film in concorso, anzi, doppio concorso! Iniziamo con due film in competizione per la sezione BORDERS (La temptation de la fortesse di Martina Magri e Do Not Come to Europe di Lundberg Minna, Pousette Hanna & Joneström Pontus, qui le recensioni di entrambi i film); proseguiamo con il concorso ufficiale che questa sera inizia il suo viaggio in Canada, con Sigismond Sans Images di Albéric Aurtenèche, una riuscita metafora sul rapporto tra identità e immagine nello scontro tra due generazioni. Ci spostiamo poi in Polonia con The Kid di Paweł Podolski, la dolcissima storia del rapporto tra un ragazzo e la spaesata figlia di una stripteaser. Digressione sperimentale per Elle, la maison et le chat di Sofia Géldrez– ospite qui a Concorto e che verrà chiamata sul palco per una breve intervista – corto non in concorso ma selezionato all’interno della rassegna UBIK (qui la recensione).
Torniamo ai corti in competizione con Whoever Was Using This Bed di Andrew Kotatko, che si ispira al racconto di Raymond Carver e mette in scena la vita di una giovane coppia messa in crisi da una telefonata nel cuore della notte. Concludiamo con Pouvez-vous boitier? di Petra Szocs, un film che indaga il territorio irto e doloroso dell’elaborazione di un lutto, e con Copa-Loca del greco Christos Massalas, una ironica metafora della crisi economica messa in scena in un evocativo parco giochi abbandonato.
Le sperimentali folli e immaginifiche proseguiranno in serra alle 23.30 per la prima parte dei film in rassegna UBIK (qui le recensioni) mentre nel boschetto le danze proseguiranno fino a notte fonda grazie ai vinili di Gigi Proiettile e la sua orchestra.
Come sempre, il programma dettagliato lo trovate qui.
E ora, due chicche: l’intervista a David Krippendorff, regista e artista, quest’anno giurato a Concorto e le recensioni dei film in concorso!

Sigismond Sans Images – Albéric Aurtenèche
Visto da Margherita Fontana 

Il giovane Sigismond Langlois è costretto a sottoporsi a un’analisi psichiatrica a causa del suo comportamento violento. Durante il confronto con lo psicoanalista, personificazione di Freud, emerge una realtà sconcertante: l’immagine del giovane non può essere catturata da alcun dispositivo, sia esso uno specchio o la fotocamera di uno telefono cellulare. Il cortometraggio descrive con un linguaggio ironico e surreale il dramma del tradimento generazionale: gli stessi adulti che condannano il narcisismo dei giovani sono i primi ad essere assorbiti dagli schermi dei loro telefoni cellulari. È per questo motivo che per costruire la propria identità Sigismond non guarda a Narciso, innamorato della sua immagine riflessa, ma alla ninfa Eco, destinata a ripetere ciò che dicono gli altri, perdendosi inascoltata nel flusso della realtà. Sullo sfondo, una riflessione politica: le logiche rappresentative sono sorde di fronte all’affermazione di esistenza in carne ed ossa.

The Kid – Paweł Podolski
Visto da Carlotta Magistris

Prima internazionale a Concorto 2017, The Kid di Pavel Poldowski racconta in chiave leggera e a tratti ironica una storia che ha del complicato, quella di un ragazzo ancora fortemente legato alla propria gioventù – indossa la maglia del suo gruppo hardcore preferito e tiene nel portafogli come un cimelio il biglietto autografato dello stesso – in crisi davanti ad una imminente paternità e che si ritrova a prendersi cura per un breve periodo di tempo di Ula, figlia di una stripteaser capitatagli a sorpresa in casa. Un’ottima interpretazione della difficoltà di lui a creare questa connessione e, dall’altra parte, dell’attaccamento infantile di una bambina cresciuta senza una figura paterna, con un lieto fine senza grosse sorprese ma bello nella sua naturalezza che lascia a chi guarda un agrodolce retrogusto di tenerezza.

Whoever Was Using This Bed – Andrew Kotatko
Visto da Elena Saltarelli

In questo cortometraggio di 21 minuti, ispirato a un racconto di Raymond Carver, vediamo la vita di una giovane coppia cambiare radicalmente dopo la telefonata di una donna nel cuore della notte, all’interno della loro casa appena comprata. Le paure più profonde di entrambi affiorano, impedendo loro di dormire. Il pensiero diventa quindi ossessivo, imprigionando la mente della coppia e sublimando l’oggetto – il telefono – veicolo della loro ansia fino ad allora latente. Un dramma che si consuma nella normalità, tra le pieghe di una quotidianità sempre più stanca. Un dramma insostenibilmente lieve e rivolto verso l’interno, che si interroga su che cos’è la piccola fiamma che accende il fuoco dei pensieri umani.

Pouvez-vous boitier? – Petra Szocs
Visto da Elena Saltarelli

Terzo cortometraggio della giovane regista ungherese, Pouvez-vous boitier? indaga il territorio irto e doloroso dell’elaborazione di un lutto. L’atmosfera, evocata da una successione di inquadrature fisse e da una componente forte di musicalità (diegetica ed extradiegetica), assume un tono elegiaco e lirico. La scommessa è riuscire a evocare il dolore attraverso la staticità e poche, incisive dinamiche; è rendere labile ed evanescente la sottile linea rossa che separa la realtà dalla finzione scenica, la sofferenza fisiologica dall’ostinato rifiuto di accettare la morte.

Copa-Loca – Christos Massalas
Visto da Yorgos Kostianis

Da svariato tempo ormai il cinema moderno Greco è stato travolto da un’ondata di film pertinenti la crisi economica che ha devastato il paese. Quello che manca, tuttavia, alla stragrande maggioranza di queste opere è la rinfrescante ironia simbolica di Copa-Loca. Christos Massalas, non punta il dito direttamente alla crisi ma, piuttosto, allude ad essa, introducendo il microcosmo simbolico di Copa-Loca —un parco giochi abbandonato. Al cuore di questo stravagante non-luogo troviamo Paulina, una giovane ragazza che intrattiene le persone erranti in questo posto sia carnalmente, sia con i suoi —solo apparentemente frivoli— dilemmi. L’enigmatica e nichilistica narrazione voice-over dona profondità all’opera e riflette il punto di vista di Massalas sulla crisi greca: un intero paese trasformato in un parco divertimenti per turisti, per di più abbandonato.