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Già martedì?! Sì, incredibile, lo strano battello concortiano prosegue la sua settimana cinematografica con le proiezioni pomeridiane alle 18 a Palazzo Ghizzoni oggi dedicate al Focus Portogallo e all’anteprima del festival Fuori Visioni di Piacenza, da non perdere.
La serata at the park inizia alle 21 con Community Gardens, rarefatta fiction lituana, e prosegue con l’animazione brasiliana Guaxuma che colpirà i vostri cuori. Il primo blocco si conclude con l’animazione Fest di Nikita Diakur, come sempre straordinaria.
Lucia en el limbo ci porta in una storia “coming-of-age” portoricana mentre Invisível Herói ci porta in Portogallo con una storia di amicizia e mistero. Arrivano poi gli ultimi tre corti in programmazione stasera: Swatted ci fa riflettere sul fenomeno del bullismo online, Moutons, Loup et Tasse de Thé è un onorico road trip animato e Blue Reine è un fulmineo corto pulp di ri-affermazione personale.
In serra alle 23.30 la seconda parte del Focus Russia (qui le recensioni), a seguire Deep Night . Ore 23.30 ai Midnite Talks Rael Montecucco intervista Andrea Vinciguerra, regista di Teeth and Pills programmato nella rassegna Deep Night.


Community Gardens  – Vytautas Katkus
Visto da Elena Saltarelli

Questo cortometraggio, diretto dal regista lituano Vytautas Katkus, utilizza un incendio, scoppiato in un quartiere residenziale, per parlare del rapporto che un padre e un figlio hanno tra di loro. Il figlio, emigrato in Albania, ha con il padre un rapporto molto superficiale: questo si riverbera, come le fiamme dell’incendio, in ogni scambio che avviene tra di loro. Il tono colloquiale della macchina da presa indugia sull’effetto di azione e reazione che accade tra i due, creando situazioni sottilmente tragicomiche ma delineanti un quadro desolante del rapporto padre-figlio in questione. La mancanza di un nipote viene più volte sottolineata, a sottendere l’assenza di presa di responsabilità del figlio trentaduenne, che ogni minuto che passa si sente sempre più a disagio in una famiglia che fatica a sentire come sua.

Guaxuma – Nara Normande
Visto da Yorgos Kostianis

La sabbia è spesso percepita come metafora del passare del tempo, come in una clessidra: le sabbie del tempo scorrono tra le nostre dita come i ricordi di un tempo passato che svaniscono. Forse è stato proprio questo il ragionamento alla base della scelta di Nara Normande di utilizzarla come elemento principale per il suo film Guaxuma. Il cortometraggio ripercorre l’amicizia tra la regista e la sua amica d’infanzia Tayra, cresciute insieme sulle spiagge di Guaxuma in Brasile. Normande riesce a creare un’estetica visiva unica e coinvolgente non solo grazie alla sabbia e altri materiali, ma anche grazie a sequenze stop-motion alternate a fotografie realistiche. L’affetto per i suoi teneri ricordi che si spargono come sabbia nella brezza marina è quasi palpabile, proprio come la sua nostalgia malinconica per un’epoca passata. “Ho imparato a portare il mare in me” ammette la regista prima di chiudere il suo film con un’inquietante, ma bellissimo mormorio, ispirandosi a un malinconico verso della canzone “Do you realize” dei Flaming Lips.

Fest – Nikita Diakur
Visto da Yorgos Kostianis

Nikita Diakur è un regista nato in Russia, che vive in Germania a Magonza. Come tesi di laurea in animazione presso Royal College of Art di Londra ha prodotto il suo film Fly on the Window. L’unicità del suo stile era già piuttosto evidente, ma la sua fama è salita alle stelle solo dopo la produzione del suo film più noto: Ugly, un film che vi ha stupiti per la sua splendida irriverenza. Quest’anno siamo lieti di presentarvi la sua ultima produzione Fest, che rispecchia la tradizione del regista di adattare le storie più rinomate prese da internet attraverso il suo stile di animazione
psichedelico. Allacciate le cinture e via con il rave.

Lucia en el limbo – Valentina Maurel
Visto da Carlotta Magistris

Lucia ha sedici anni e sta attraversando il momento della vita in cui ogni aspetto è fuori formato: o troppo grande o troppo piccolo per l’evoluzione personale che si sta innescando. Due cose la tengono metaforicamente incollata alla propria dimensione infantile: i pidocchi e
la sua verginità. Inizia quindi un serrato tentativo di liberarsi di entrambe come affermazione della propria identità adulta, deludente sul finale: presa coscienza dell’impossibilità di liberarsi della propria innocenza come gesto per la maturità, ma che solo un certo tipo di maturità può portare a liberarsi dell’innocenza, non rimane che una vasca vuota e un pettine per capelli per sentirsi un po’ meno bambina.

Invisível Herói – Cristele Alves Meira
Visto da Sofia Brugali

In Eroe Invisibile Cristèle Alves Meira introduce allo spettatore la persona-personaggio di Duarte Pina sullo sfondo della marosa Lisbona. Attore in un film documentario sulla propria vita, Duarte è un uomo non vedente sulla cinquantina, amante della letteratura, scrittore e cantante. (Anti)eroe alla Pessoa – cui peraltro è più volte reso omaggio nel corso del cortometraggio, egli vaga per la città alla ricerca di Leandro, giovane amico di Capo Verde per cui ha scritto una canzone. Eppure, nessuno di coloro a cui Duarte chiede informazioni sembra ricordarsi di lui… Chi è allora Leandro, che vende gelati sulla spiaggia? Chi è Leandro, che lavora saltuariamente in un cantiere? Verità? Finzione? Lo stesso protagonista ci dice che la vita vissuta è in bilico tra realtà e fantasia… Sarà l’incontro notturno con una ragazza a rispondere a questi interrogativi, donando un nuovo significato all’intera vicenda.

Swatted – Ismaël Joffroy Chandoutis
Visto da Sofia Brugali

Interessante tanto a livello grafico quanto contenutistico, il cortometraggio di Ismaël Joffroy Chandoutis offre una serie di testimonianze sulla pratica dello swatting, termine che deriva da SWAT (Special Weapons and Tactics, in italiano “Armi e tattiche speciali”), le unità di polizia speciali diffuse negli USA utilizzate per interventi ad alto rischio. Lo swatting è una forma di cyber bullismo subita generalmente da gamer in streaming, i quali subiscono l’irruzione da parte di una divisione SWAT, mobilitata dalla chiamata di un hacker. Inutile dire che azioni di questo tipo siano altamente pericolose per le ignare vittime, che oltre alla beffa di un’invasione armata subiscono l’umiliazione dell’arresto di fronte a centinaia se non migliaia di persone. L’intrattenitore diviene forma di intrattenimento, il giocatore diventa gioco nelle mani di un hacker che si diverte a manipolare il mondo reale. Interessante è la grafica ispirata ai videogiochi che, accompagnata dalle dichiarazioni dei gamer “swattati”, rende appieno la sovrapposizione tra gioco virtuale e realtà.

Moutons, loup et tasse de thé – Marion Lacourt
Visto da Vanessa Mangiavacca

Marion Lacourt è illustratrice e creatrice di mondi surreali in cui protagonista è il mondo animale, una sorta di Bojack Horseman al di fuori di ogni controllo esercitato dalla ragione. L’animazione è il mezzo a lei congeniale: le sue storie sembrano uscire da un libro illustrato di bizzarri racconti per adulti. Sheep wolf and a cup of tea è un viaggio allucinatorio che ha inizio in una notte di luna piena, una sorta di road trip onirico in cui un lupo fa da guida all’interno dei sogni di un ragazzino, tra fattorie tropicali ed esotiche e galassie sconosciute. Un nuovo cosmo fatto di figure e colori danza su una musica psichedelica, ipnotica. Ad ogni angolo una stramba creatura si palesa introducendoci in spazi impossibili e infiniti. Questo sogno dentro al sogno è una pura esperienza allucinogena, un invito a lasciarsi andare. Magari una sera, in un parco al chiaro di luna.

Blue Reine – Sarah Al Atassi
Visto da Margherita Fontana

Scazzottate, atmosfere anni ‘80, luci al neon e un omaggio a Jean Claude Van Damme. Questi alcuni degli ingredienti di Blue Reine, l’ultimo corto di Sarah Al Atassi (già a Concorto con Prends mon poing, vincitore del premio della giuria 2018). È Nina, la regina blu: una giovane donna, dalla pelle nera e i dreadlocks blu, vessata dal proprietario del bar dove lavora, un bestione violento che non la paga nemmeno. Lo scontro tra i due non potrà che essere un capovolgimento animalesco dei ruoli di preda e predatore. A dominare la scena dell’azione, brillantemente ritmata, è la femminilità vigorosa e magica di Nina, supereroina aliena. Una parentesi pulp che impreziosisce la selezione.