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Prosegue il viaggio di Concorto nella musica elettronica contemporanea; dopo Teho Teardo e Murcof, è la volta di Christian Fennesz. Il musicista austriaco, entrato nella storia della musica grazie all’acclamatissimo “Endless Summer” (2001), si esibirà all’interno di Concorto il 25 agosto per uno straordinario concerto en plein air a Parco Raggio; protagonista sarà il suo più recente progetto, “Mahler Remixed”, reso ancora più unico dai live visual di Lillevan.

Chitarrista, compositore e musicista, Christian Fennesz è una figura chiave e una delle voci più originali della musica elettronica contemporanea, alfiere di quella corrente definita “glitch music”. In attesa di goderci il concerto, non potevamo certo farci scappare l’opportunità di un’intervista, in cui si parla di cinema, musica, e ovviamente di Gustav Mahler. Buona lettura!

“Credo che ogni musicista austriaco sia in qualche modo toccato dalla musica classica, è un aspetto che fa parte della nostra cultura.”

-Ciao Christian, puoi dirci qualcosa sulla genesi di “Mahler Remixed”? Com’è nato questo progetto?
Risale al 2002; l’Austrian Cultural Forum di New York mi chiese di comporre ed eseguire un pezzo ispirato alla musica di Gustav Mahler. Nel 2011 il presidente del Forum (allo stesso tempo direttore anche del MAK di Vienna) mi chiese di tornare al lavoro su quella composizione per un concerto alla Radio Music Hall di Vienna. Posso dire che è stato un lungo “work in progress”.

-La musica classica fa parte del tuo background o è un interesse che hai scoperto solo recentemente?
Credo che ogni musicista austriaco sia in qualche modo toccato dalla musica classica, è un aspetto che fa parte della nostra cultura. Da parte mia sono sempre stato più vicino alla musica sperimentale, elettronica, al pop, al rock, al jazz etc…

-Credi che l’opportunità di lavorare con una partitura di musica classica possa influenzare il tuo modo molto peculiare di fare musica, con chitarre e suoni generati da computer?
No, non credo, perché sto facendo tutto questo a modo mio. Si tratta di una interpretazione di Mahler con campionature dalle sue sinfonie; anche se la Radio Symphony Orchestra ha poi suonato la partitura di questo progetto…

“Lavorare a una colonna sonora è molto interessante, dà molte soddisfazioni ma è anche estenuante. La musica è al servizio di qualcosa, gli aspetti tecnici sono più complessi di quanto non accada nella registrazione di un album in studio.”

-La tua unione di suoni melodici e atonali è una caratteristica del tuo lavoro. Come hai sviluppato questo approccio?
Interessandomi alle dicotomie tra rumore:melodia, bruttezza:bellezza, silenzio:rumore.

-Sei considerato un alfiere della “glitch music” e il tuo lavoro ha influenzato molti musicisti in tutto il mondo. Credi che la definizione “glitch music” può essere ancora calzante per descrivere il tuo lavoro o ti sei spostato verso un nuovo stile e una nuova estetica?
A dire il vero non mi interessano molto queste categorie. Per me è solo musica.

-Il cinema è sempre stato tra le tue fonti di ispirazione? Hai un film che ti ha particolarmente colpito?
Sì, decisamente, il cinema mi ha sempre ispirato. Amo molti film, è difficile sceglierne uno. Ecco, ricordo che quando ero giovane vidi per la prima volta il film “Sans Soleil” di Chris Marker e questo mi influenzò moltissimo.

-Come descriveresti lavorare per una colonna sonora, come hai fatto per il film “Aun”?
È molto interessante, dà molte soddisfazioni ma è anche estenuante. La musica è al servizio di qualcosa, il regista è il capo e gli aspetti tecnici sono più complessi di quanto non accada nella registrazione di un album in studio.

-A cosa stai lavorando al momento?
Ho appena finito tre colonne sonore per tre film sperimentali molto belli di Charles Atlas, Gustav Deutsch e Manfred Neuwirth. Al momento sto lavorando a un remix per Ryuichi Sakamoto, conto di terminarlo a breve. E poi lavorerò a un nuovo album solista.

Intervista a cura di Paolo Ligutti

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