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a cura di Claudia Praolini | recensioni di Sofia Brugali

Attraverso i focus tematici, il Festival si propone di indagare di volta in volta fenomeni ed aspetti della realtà attuale che rappresentano lo specchio dei desideri e delle contraddizioni che insieme formano la complessità della natura umana. All’interno di questa direttrice non poteva mancare quest’anno una ricerca sulla relazione tra l’uomo e la natura attraverso la proposta di una serie di cortometraggi che analizzino questa relazione articolata, anche considerando che oggi l’aspetto primario di questo rapporto si condensa sull’utilizzo sfrenato delle risorse e sulla rottura di un equilibrio globale di cui si registrano i pesanti effetti già da molti anni.
Il pianeta è in pericolo a causa delle modifiche apportate dall’uomo, che ormai ha modificato il 77% delle terre emerse, spesso smembrando la natura per fare spazio a complessi residenziali, industriali o commerciali, ma anche per fare spazio ad allevamenti di bestiame e attività agricole. Solo il 23% dei territori mondiali sono ancora integri, ed a preoccupare gli esperti è il trend in crescita esponenziale: dal 1990 ad oggi l’uomo ha devastato 3,3 milioni di kmq di territorio. Il territorio mondiale etichettato come “wilderness” – definizione di “natura selvaggia” – ovvero quelle aree dove attualmente non si registrano attività umane invasive, agricoltura compresa, sono in costante diminuzione, ormai rappresentano solo il 23% del pianeta.

 

I film selezionati 

a cura di Claudia Praolini

Belle River, Guillaume Fournier, Samuel Matteau e Yannick Nolin, Canada, Quebec, USA (2021)

Curupira E A Machina Do Destino (Curupira And The Machine Of The Destiny), Janaina Wagner, Brasile, Francia (2021)

Haulout, Evgenia Arbugaeva e Maxim Arbugaev, UK, Russia (2022)

Manong Ng Pa-Aling, E. Del Mundo, Filippine, USA (2017)

Useless Opera Singers, Pable Serret De Ena, Danimarca (2021)

Recensioni a cura di Sofia Brugali

CURUPIRA E A MACHINA DO DESTINO
In un’analisi del racconto “L’uccisione del drago” di Dino Buzzati, Anita Fallani, seguendo le orme di Jude Ellison S. Doyle, nota come il mostruoso e il femminile siano indissolubilmente legati nell’immaginario patriarcale: nella geografia della tradizione, i due concetti finiscono spesso per costituire un unico topos, convergendo negli attributi principali della Natura. Tali entità assumono vita propria nel cortometraggio di Janaina Wagner, riscattando il proprio ruolo sovversivo nei confronti di un presente – quello brasiliano – strangolato dal progresso: da una parte il fantasma di Iracema, personaggio di finzione e giovane protagonista dell’omonimo film, testimone della deriva sociale del proprio Paese; dall’altra la Curupira, mostro protettore della foresta amazzonica, in agguato nella memoria popolare. Un viaggio lungo le strade che feriscono l’Amazzonia alla ricerca di una scintilla di cambiamento.

BELLE RIVER
A livello mediatico, si parla molto di cambiamento climatico, ma si approfondiscono meno le sue implicazioni sociali e la scelta, spesso obbligata, cui le persone affette sono sottoposte: migrare o restare? È questo il dilemma degli abitanti di Pierre-Part, protagonisti del breve docufilm Belle River: nelle paludi del delta del Mississippi, in Louisiana, il progressivo aumento del livello dell’acqua e la minaccia di future tempeste incombono sulle vite dei residenti. La comunità vive come un amante fedele nella buona e nella cattiva sorte, abituata alla propria terra ricca d’acqua, alternando la macchina alla barca. Le voci resilienti degli abitanti, ancora piene di speranza, cozzano con il goffo suono del susafono, artistico monito degli sconvolgimenti che verranno.

HAULOUT
Lo sguardo cinematografico tace e silenzioso accompagna un biologo marino durante la sua ricerca sul campo. La solitudine delle lande artiche, intorno alla rudimentale capanna di legno che ospita l’uomo, fa da palcoscenico a una tragedia sconosciuta; qualcosa di spaventoso avviene e si intensifica anno dopo anno in questo luogo: con lo sciogliersi dei ghiacci, migliaia di trichechi si riversano spossati sulla spiaggia. Maxim ed Evgenia Arbugaeva seguono il ricercatore rispettando il lento passare dei giorni, così come questi non interferisce con i propri (s)oggetti di studio, dividendo lo spazio cinematografico tra l’uomo e ciò che lo circonda. Il cortometraggio è un tributo a chi, come Anatoly Kochnev, dedica la propria vita all’osservazione scientifica, nonché un importante contributo alla sensibilizzazione sulle tematiche ambientali.

MANONG NG PA-ALING
Un uomo, il mare: Manong ng Pa-aling (“L’uomo di Pa-aling”) racconta la storia di un pescatore filippino a partire dal suo pensionamento. Buona parte delle riprese sono dedicate alla vita sottomarina del protagonista, dedito alla pesca tradizionale Pa-aling. Pratica impegnativa, quella del Pa-aling, pratica contestata, ma lo sguardo della regista E del Mundo non assume certo i connotati patronizzanti dell’osservatore straniero. A risaltare è il rapporto che si crea tra pescatore ed elemento acquatico, la dipendenza del primo dalla benevola abbondanza del secondo; una pesca scarsa significa infatti una magra paga. Al tema del mare come fonte di sostentamento si accosta quello della sua pericolosità: elemento naturale, imprevedibile, esso dona e prende, si lascia depredare e a sua volta pretende.

USELESS OPERA SINGERS
La logica che lega un meteorite ad un biscotto della fortuna, il pugno verde di Hulk ed un busto di Lenin rosso: Pablo Serret de Ena è un alchimista del fotogramma, un chimico dei concetti che con il suo Useless Opera Singers dipinge la armonia di tutte le cose e deride con sguardo bonario la solitudine intellettuale dell’essere umano. A bordo di una nave che scivola sull’Oceano Artico, il regista si interroga sulla tendenza propria dell’uomo di misurare il mondo circostante attraverso la comparazione: un costante streben (anelito, struggimento) romantico, tenero e penoso al tempo stesso, ma anche il bisogno di comprendere e controllare ciò che viene percepito come altro da sé. Nel candore dell’estremo Nord, dove i sensi comuni si confondono e strani fenomeni accadono, Serret de Ena porterà a termine l’ennesima missione tesa a superare un limite precedentemente posto, un’altra impresa tanto importante quanto… inutile.

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