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Ultima giornata di questo sfolgorante Concorto 2019, trascorso tra film, musica, blitz notturni, tortelli di mezzanotte e gite in Trebbia. Sarebbe facile farsi prendere dalla tristezza MA non lo faremo, non ora almeno, e ricapitoliamo invece gli ultimi appuntamenti della giornata.
Alle 18 vietato perdersi la presentazione del DOCMA creato dai ragazzi del laboratorio “Audiovisiva” capitanati da Tomás Sheridan. Appuntamento nella serra di Palazzo Ghizzoni!
Alle 21 tutti all’Arena Daturi di Piacenza per la cerimonia di premiazione finale, con la consegna dei premi (Premio del Pubblico, Giuria Giovani, Giuria Ufficiale e Asino D’Oro) e uno sfrenato dopofestival.
E ora, come tradizione, gli Asinelli d’Oro assegnati dalla nostra redazione!

L’Asinello d’Oro di Sofia Brugali

Il mio Asinello d’Oro va a Prisoner of Society di Rati Tsiteladze, perché ha saputo affrontare il dolore di una famiglia con dignità ed empatia, creando uno spazio di dialogo per i protagonisti e di dibattito per gli spettatori: dibattito che ha portato un nuovo epilogo alla vicenda, un finale alternativo che vede Adelina libera di vivere la propria identità a Vienna.

L’Asinello d’Oro di Margherita Fontana

Dato che come al solito tra i film in concorso le commedie scarseggiano, il mio personale Asinello d’Oro va a Viktor Hertz e al suo How It Feels To Be Hungover. Un corto surreale, ma “realissimo” per la descrizione di una sensazione tanto nota a concortiani e non. Un piccolo gioiello che non è
passato inosservato. Mi permetto di attribuire una menzione speciale a Romanna Lobach per la sua interpretazione vigorosa in Olla di Ariane Labed (soprattutto per la danza sfrenata di fronte all’anziana madre in stato vegetativo del suo molle compagno francese).

L’Asinello d’Oro di Yorgos Kostianis

Correndo il rischio di sembrare prevedibile, non posso esimermi dall’assegnare il mio Asinello d’Oro al mio compatriota Thanasis Neofotistos.
Da ormai dieci anni la cinematografia greca è stata sommersa dallo tsunami della cosiddetta “Greek Weird Wave”, fino ad arrivare a un quasi totale conformismo stilistico.
Fa invece il suo ingresso Leoforos Patision, un film che ribalta il genere con un one-woman show travolgente, sviluppato attraverso un ardito piano sequenza girato nelle tumultuose strade ateniesi.
Neofotistos allude all’asfissiante panorama sociopolitico greco mantenendo sempre un focus antropocentrico. Dedica con candore il film alla madre, alludendo alla sua intima sensibilità e alla gratitudine per i sacrifici che una donna deve affrontare nella società contemporanea.

Menzione speciale: Guaxuma – Nara Normande

Ho insistito personalmente per avere Guaxuma nella selezione ufficiale di quest’anno; non solo per l’unicità dello stile di animazione ma anche per il messaggio nostalgico e dolceamaro che trasmette.
Il delicato ma conturbante mormorio della canzone “Do you realize” dei Flaming Lips è risuonato nella mia mente per tutta l’estate e, come la regista, ho provato a “keep a bit of the sea within me / mantenere un po’ di mare in me” mentre l’inverno lentamente si avvicina.

L’Asinello d’Oro di Carlotta Magistris

Per la sua capacità di raccontare in maniera efficace con uno stile registico marcato e vagamente distopico una realtà sociale invece estremamente reale, estetizzarne l’aspetto più cupo ma senza levarne la profondità del dramma personale, unita all’abilità nel disegnare una figura femminile che unisce una condizione di subordinazione sociale ad un’emancipazione personale enfatizzata al punto giusto, assegno il mio asinello d’oro ad Olla, cortometraggio di esordio di Ariane Labed.

L’Asinello d’Oro di Vanessa Mangiavacca

Il mio Asinello d’oro va a The Boogeywoman perché è il film che avrei voluto vedere a tredici anni. Credo non ci sia chiave migliore che una dark story per raccontare il primo ciclo mestruale e per dare giustizia al potere femminile. Menzione speciale a Je sors acheter des cigarettes, per l’unicità con cui è riuscito a raccontare un’assenza, ovvero attraverso la sua onnipresenza. Infine Gli anni, che più che una menzione è un ringraziamento alla regista, per essere riuscita a creare un racconto senza tempo riportando in vita immagini d’archivio che altrimenti non avrebbero mai visto luce, tema che mi sta molto a cuore.

L’Asinello d’Oro di Elena Saltarelli

Quest’anno, purtroppo, per cause di forza maggiore sono dovuta scendere dal carrozzone colorato concortiano e pertanto ho avuto la possibilità di visionare un numero limitato di corti.

In ogni caso l’avvento dell’Asinello d’Oro quest’anno per me significa molto, perché posso esprimere, scevra da consulti pregressi e dal classico hangover di visioni, il mio totale apprezzamento verso un’opera che ho trovato davvero commovente e magistralmente realizzata. Sto parlando di Memorie di Alba, cortometraggio italiano diretto da Andrea Martignoni e Maria Steinmetz. L’assoluta precisione realizzativa si sposa perfettamente con una solida narrazione, densa di significato; tutti elementi che non è facile trovare uniti in un’opera sola, anche se quest’anno la selezione concortiana si è dimostrata essere di livello eccellente. Inoltre, comprendo come la mia scelta possa essere così definibile “di parte” ma non resisto al cortometraggio che unisce la tematica del ricordo a quella storica, usando come legante un’emotività che è risultata impattare in modo pregevole sullo spettatore, scevra da qualsiasi retorica e opinione. Raccontare una storia per raccontarne tante altre: e quando i layers sono così sottili e non ingombranti, quello che ne consegue è un’opera che, a mio avviso, merita di vincere.

L’Asinello d’Oro di Virginia Carolfi

Il mio Asinello d’Oro va a Gli Anni, di Sara Fgaier, film che ho visto e udito a distanza, ma le cui parole mi hanno colpita e distratta al tempo stesso e le cui immagini d’archivio, contemporaneamente lontane e vicine, dolcissime, rendono questo cortometraggio un gioiello senza tempo.
Dato che sono un Gemelli, assegno anche due menzioni speciali diametralmente opposte: In Our Synagogue, impressionante opera prima rarefatta e maestosa, un inno alla capacità tutta ebraica di narrare storie e, grazie a quelle, di rendere più sopportabile il reale per quanto terribile possa essere; Moutons, Loup et Tasse de Thé per l’immaginario onirico e cangiante in cui catapulta lo spettatore, un sogno esotico da conservare con cura nella propria memoria.

L’Asinello d’Oro di Alice Capitani

Un corto dai colori tetri che affronta un tema ormai millenario, ma in modo originale e moderno: Erica Scoggins con The Boogeywoman dà una nuova chiave di lettura ad una leggenda a cui siamo sempre stati abituati, restituendo al mondo femminile il potere che gli è sempre stato tolto.

L’Asinello d’Oro di Alice Maserati

Questo è stato il mio primo anno a concorto e devo ammettere che partecipare non solo come traduttrice, ma anche come volontaria è stata un’esperienza unica. Purtroppo non sono riuscita a vedere ogni singolo cortometraggio in concorso, ma sono convinta che tutti abbiano le carte in regola per poter vincere. Detto questo, vorrei dare il mio Asinello d’Oro 2019 a un cortometraggio che mi ha colpito grazie al suo nonsense e alla sua interculturalità: The Passage di Kitao Sakurai. A mio parere va premiata soprattutto la capacità dell’attore protagonista di recitare esclusivamente con il suo corpo, senza mai parlare. Ho inoltre apprezzato molto la scelta di non sottotitolarlo e di lasciare completamente libera l’interpretazione di ogni cosa.