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a cura di Johnny Shock, Greta Araldi, Gjergji Agolli, Andrea Scita, Pasquale Sfameli, Suellen Sfameli

Si tratta di una disputa antica, ma che spesso ritorna anche ai nostri giorni: può un’opera comica portare al riso, senza per questo essere triviale? Esiste, infatti, un sentire comune, vecchio forse quanto l’idea stessa di comicità, che ritiene che le opere che ci portano naturalmente a quella reazione scandalosa che è il riso siano per natura frivole e vuote. Incapaci di smuovere veramente l’animo umano, le commedie semplicemente intrattengono, distraggono l’essere umano dall’autenticità della sua vita, grazie ad una reazione fisiologica. Tuttavia, il riso, espressione umana universale, istintiva e talvolta incontenibile, è stato oggetto dell’attenzione, tra gli altri, di intellettuali del calibro di Baudelaire, che mise al bando secoli di pregiudizi arrivando a posizionare la comicità tra le forme di espressione che pertengono solo ai grandi artisti. Detto questo, spostiamo lo sguardo sul cinema, medium che più di tutti si confronta sin dalla sue origini, da Buster Keaton a Charlie Chaplin, con la comicità. In Italia, una tradizione di cinema comico nazionale e di qualità ha forse oggi lasciato spazio ad un pregiudizio che identifica i film contemporanei di questo tipo con produzioni commerciali, ricche di stereotipi, nel migliore dei casi triti e ritriti, e nel peggiore specchio di arretratezza culturale. La crisi della comicità intelligente al cinema si è però accompagnata alla diffusione nel web di opere comiche, talvolta veri e propri cortometraggi, capaci di divertire e distrarre con semplicità, dialogando con il presente attraverso i social network. È in seno a questa rinascita della comicità breve che si colloca il nostro focus, che mira ad individuare i migliori cortometraggi internazionali capaci di farci guardare con leggerezza alla complessità del nostro presente, mentre ci abbandoniamo ad una sana e liberatoria risata.

I film selezionati 

a cura di Johnny Shock, Greta Araldi, Gjergji Agolli, Andrea Scita, Pasquale Sfameli, Suellen Sfameli

Giraffe, Janne Schmidt, Paesi Bassi (2016)

Grab Them, Morgane Dziurla-Petit, Svezia (2020)

Kapitalistis, Pablo Munoz Gomez, Belgio (2017)

Kukista Ja Mehiläisistä (About Bird And Bees), J.J. Vanhanen, Finlandia (2017)

La Frittatina (The Delicious Omelette), Marcello Gori, Italia (2001)

Madam Black, Ivan Barge, Nuova Zelanda (2015)

Poisson De Mars (March Fool’s), Pierre-Marc Drouin e Simon Lamarre-Ledoux, Canada (2018)

Sex At The Ski Center, Heikki Ahola, Finlandia (2017)

Vitha, Francois Bierry, Belgio (2018)

Giraffe – Janne Schmidt

Visto da Silvia Alberti

Elsa, ragazza acqua e sapone, si propone per un colloquio, che fin dall’inizio appare alquanto insolito. Del resto, chi mai potrebbe richiedere un personale esperto nel riprodurre versi animali? Sarà però proprio Elsa, una volta assunta, a risolvere un problema di vitale importanza per l’azienda. La fotografia ricorda la serie recente di grande successo “Black Mirror”; i toni pastello e bon ton contrastano decisamente con il contenuto. Questa volta però mettiamo da parte le distopie, viriamo invece verso un effetto a sorpresa decisamente più esilarante. Bastano solo sei minuti per scoprirlo!

Grab them – Morgane Dziurla-Petit

Visto da Sofia Brugali

La vita di Sally è diventata un inferno da quando Trump ha assunto la carica di presidente degli Stati Uniti d’America: la loro somiglianza ha reso la donna una reietta. Bersagliata dagli sguardi di disapprovazione delle sconosciute e degli sconosciuti, Sally si racconta alla troupe di Morgane Dziurla-Petit, parlando delle proprie difficoltà in ambito sessuale e sentimentale dopo la morte del marito e lanciando un appello a spettatrici e spettatori: smettere di giudicare le persone dal loro aspetto esteriore. Un cortometraggio in deepfake tragicomico, che unisce elementi di riflessione a una narrazione irriverente.

N.B. Non adatto a negazionisti climatici.

Kapitalistis – Pablo Monoz Gomez

Visto da Sofia Brugali

Prendiamo una famiglia particolare, formata da un padre, un figlioletto ed uno zio scapestrato; aggiungiamo in sottofondo il suono della fisarmonica e mescoliamo il tutto in scene verosimili, ma tendenti al parossismo. Condiamo con la critica ironica della società, et voilà, ecco a voi la ricetta per la perfetta commedia alla francese! Kapitalismus tratta in maniera leggera, ma non frivola, le mille peripezie di un padre che, nonostante la crisi economica, riesce a racimolare i soldi necessari per regalare al figlio il tanto agognato zaino per Natale. Per fare ciò, si presterà ai lavori più improbabili e vari. Un’epopea moderna che ci mette di fronte alle contraddizioni del sistema in cui viviamo, demistificandolo – “Babbo Natale è un capitalista” – ed infine “distruggendolo” con la semplicità di un bambino.

Kukista ja mehiläisistä – J.J. Vanhanen

Visto da Margherita Fontana

La campagna deserta e innevata della Finlandia è l’ambientazione di questa brillante commedia diretta dal giovane regista J.J. Vanhanen. Il giorno del suo sedicesimo compleanno un ragazzo deve correre in farmacia col padre per rimediare a un piccolo “incidente” avvenuto con la sua ragazza. Una serie di contrattempi ed equivoci accompagnano il pubblico fino alla riconciliazione conclusiva. Nel cortometraggio con il quale si è diplomato, Vanhanen si serve con intelligenza e sensibilità di situazioni classicamente comiche. Sullo sfondo, il paesaggio suggestivo del suo paese natale valorizzato da un uso sapiente del campo lungo.

Poisson de Mars – Pierre-Marc Drouin

Visto da Elena Saltarelli

Questo cortometraggio di 14 minuti parla, con tratti di commedia nera, di una cena in famiglia. L’occasione è il trentanovesimo compleanno di un fratello di Louis, un uomo che soffre di depressione. La chiave di tutto è il pesce d’aprile che la famiglia ha organizzato per il poveruomo, inconsolabile e pieno di rabbia dalla rottura con la fidanzata. Sicuramente i punti forti di quest’opera sono da ricercare nell’immagine pulita e nei dialoghi, che esaltano l’ironia francese anche di fronte a fatti abbastanza desolanti. La piega tragicomica che prende la situazione rende irresistibile la visione, confermando la spietata bellezza di questo genere e la necessità umana di ridere dove ci sarebbe da piangere.

Sex at the Ski Center – Heikki Ahola

Visto da Margherita Fontana

Commedia surreale? Semplice divertissement? Difficile trovare una definizione calzante per Sex at the Ski Center del finlandese Heikki Ahola. Quello che è certo è che ci vuole un’immaginazione fervida e un umorismo fuori dal comune per concepire questa fantasia voyeuristica ambientata nel gelido inverno scandinavo. Vedere per credere.

Vihta – François Bierry

Visto da Elena Saltarelli

Vihta, commedia di 21 minuti diretta dal regista belga François Bierry, è l’esempio più radicale di cosa vuol dire rifiutare di assoggettarsi al proprio capo. Un piccolo gruppo di colleghi viene invitato a trascorrere una giornata alle terme dal proprietario di una multinazionale che ha appena assimilato la piccola azienda di trattori in cui lavorano. Subito inizia una guerra intestina su come accaparrarsi il suo favore, in un contesto naturista che non li mette sicuramente a proprio agio. Un piccolo capolavoro della commedia belga, con una eccellente commistione tra dialogo e fotografia curati e dosati con precisione scientifica. Menzione d’onore per il montaggio e il ritmo filmico, che contribuiscono a creare un prodotto ilare ma non superficiale; sfruttando i pieni e i vuoti dello spazio/tempo cinematografico si crea un prodotto qualitativamente alto e che non risente assolutamente del minutaggio abbastanza esteso (come potrebbe dire il protagonista Serge: “Il tempo vola quando ci si diverte”).

La frittatina di Marcello Gori (2001)

Visto da Margherita Fontana

Arriva direttamente dal 2001 questa perla eccentrica della selezione di Comicomedy: si tratta de La frittatina di Marcello Gori. Scordatevi produzioni blasonate, grandi finanziamenti e soluzioni estetizzanti: La frittatina vi stupirà per la sua surrealtà ottenuta anche grazie alla capacità di valorizzare le poche risorse disponibili: un gruppo di attori che è anche con ogni probabilità un gruppo di amici, un interno, che trasuda Italia da tutti i pori (per gli appassionati di improbabili gruppi Facebook, un tuffo in “Pictures from Italian profiles) e una trama strampalata. ​L’astronauta Ernesto si prepara ad accogliere Margherita, che ha invitato a cena per gustare una sua prelibata frittatina. Mentre la aspetta arrivano, in ordine, Frank Bruno Boxing, il suo migliore amico, Chiarugi, un compagno di scuola e infine Natasha, la più bella del quartiere. Insieme a Margherita, i cinque si danno a sfide e a giochi da bambini mai cresciuti, fornendo un ritratto assurdo e a tratti punk di una generazione condannata ad un’eterna sindrome di Peter Pan.

Madam Black di Ivan Barge (2015)

Visto da Margherita Fontana

Un fotografo strampalato investe per sbaglio l’amata gatta nera della giovanissima vicina. Da qui, il tentativo rocambolesco di nascondere l’incidente servendosi del suo corpo tassidermizzato per inscenare una partenza per un lungo viaggio. La farsa, dai contorni tragicomici, fornirà al protagonista un curioso biglietto da visita per farsi nuovi amici nel quartiere. Madam Black è una irresistibile commedia nera, tra l’altro curiosamente ispirata ad una testimonianza di ​Dora Diamant, ultima fidanzata di Franz Kafka. Ricorda infatti Dora che una volta lei e Kafka incontrarono in un parco una bambina che piangeva perché aveva perso la sua bambola. Kafka le disse di non preoccuparsi perché la bambola era in viaggio e le avrebbe inviato delle lettere, che lo stesso autore si divertì a scrivere e a recapitare alla piccola.

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