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a cura di Margherita Fontana

Il focus s’intitola come l’espressione inglese che descrive le cose che amiamo fare ma di cui sotto sotto ci vergogniamo. Tra questi piaceri inconfessabili ci sono ovviamente anche alcuni film che ci piace guardare, preferibilmente da soli, al riparo dal giudizio critico altrui. Sebbene possiamo essere riluttanti nel rivelarli, spesso tra questi titoli si trovano opere di straordinario valore autobiografico e affettivo. Anche il cinefilo più appassionato, che fa della storia del cinema e del buongusto il suo baluardo, avrà senz’altro una lista nascosta di “guilty pleasures”, per lo meno ricercati.
Per certi versi, questa ambiguità tra l’imbarazzo e l’affetto è comune anche ad un’altra categoria di film, quella del cinema erotico. Qui, parlare di qualità si fa difficile, proprio perché il cinema erotico, anche non pornografico, nasce con una precisa intenzione, quella di eccitare la nostra immaginazione ed i nostri sensi, portandoci in territori della mente dove l’obiettività non trova luogo. Ma non è forse questa una caratteristica del sesso di per sé, quella di trasportare ciascuno di noi alla scoperta di zone di se stessi che sarebbero altrimenti rimaste inesplorate? L’obiettivo del focus dunque è quello di mettere a punto una piccola rassegna di opere brevi di natura erotica che esplorino il sesso fuori dalle convenzioni moderne e patriarcali e che lo vedano come uno strumento di scopertà di sé, autoaffermazione e, perché no, rivoluzione.
Nella speranza che i Guilty Pleasures si affranchino definitivamente dalla vergogna e dal senso di colpa, per essere fieramente urlati ai quattro venti, proprio come una dichiarazione politica.

I film selezionati 

a cura di Margherita Fontana

Daucus Carota, Carla Linares, Spain, 2020
Eroticam, Elisa Díaz, Paola Meza, Chile, 2020
Extraneous Matter, Kenichi Ugana, Japan, 2020
Filles Bleues – Peur Blanche, Marie Jacotey e Lola Halifa-Legrand, France, 2020
Sangro, Tiago Minamisawa, Bruno H Castro e Guto BR, Brasil, 2019
Strano Telo, Dušan Zorić, Serbia, 2018

Daucus Carota di Carla Linares

Daucus carota è il nome scientifico della carota selvatica, una pianta spontanea diffusa soprattutto nelle zone temperate dell’Europa: quando fiorisce, regala un cuscino di piccolissimi fiori bianchi, al centro del quale svetta un pistillo nero, la cui funzione è ancora in parte sconosciuta. Ambientato in un assolato pomeriggio d’estate in un convento di clausura, il cortometraggio di Carla Linares visualizza, attraverso toni cromatici aridi, l’emergere spontaneo del piacere che, proprio come un’erba selvatica, si fa strada anche dove non sarebbe loro concesso. La vita comunitaria delle consorelle e il suo ripetersi incessante nonostante la calura estiva, accendono nella protagonista un desiderio di evasione che chiede di essere soddisfatto.

Eroticam di Elisa Díaz, Paola Meza

Poly è una ragazza di vent’anni che ha una relazione ordinaria con un ragazzo. C’è solo un piccolo problema: non è mai riuscita ad avere un orgasmo. Decisa a raggiungere l’apice, lascia il giovane e si rivolge ad internet, dove, in un sito di live cam, conosce La_Hot_Fetish, una guro del sesso via webcam. La relazione tra la sex worker e la ragazza evolverà al punto da permettere a quest’ultima di conoscere meglio sé stessa, esplorando liberamente il proprio piacere. Eroticam di Elisa Díaz e Paola Meza restituisce un ritratto femminista del lavoro sessuale online, mostrando al contempo i limiti del sesso all’interno del patriarcato eteronormativo.

Extraneous Matter di Kenichi Ugana

Una giovane insoddisfatta dal marito indifferente scopre nel suo armadio una strana creatura, dotata di molti tentacoli, intenzionata invece a possederla in modo appassionato. Gli incontri con questa “materia estranea” si faranno via via più intensi e coinvolgeranno i membri del suo entourage, in un crescendo di tensione e straniamento. Il corto del giapponese Kenichi Ugana ci trasporta nell’universo erotico-fantastico giapponese dell’hentai attraverso un bianco e nero à la Jim Jarmusch.

Filles Bleues – Peur Blanche di Marie Jacotey e Lola Halifa-Legrand

L’animazione di Marie Jacotey e Lola Halifa-Legrand trae a piene mani dall’immaginario tarantiniano e se ne riappropria in senso femminista. Niels e Flora sono una coppia che sta viaggiando in macchina sulla strada simbolica della casa della madre di lui. Si parla del più e del meno, finché non si tocca l’argomento delle ex fidanzate. Tra queste, c’è senz’altro Lei, la prima. Per proseguire il viaggio, Flora dovrà fermarsi e fare i conti con il passato di Niels, in un’allucinazione sensuale e violenta che la porterà a sconfiggere i suoi demoni.

Sangro di Tiago Minamisawa, Bruno H Castro e Guto BR 

Diretto da Tiago Minamisawa, Bruno H Castro e Guto BR, il corto è definito da Minamisawa come un “processo di guarigione per il mio ragazzo Caioh Deroci”. La voce narrante del compagno del regista accompagna infatti l’animazione, che si svolge sul trittico delle Delizie di Hieronymus Bosch: si tratta di un racconto intimo e toccante del percorso spirituale di una persona affetta da HIV. Il desiderio di scomparire, la difficoltà di convivere con il giudizio altrui, il turbinio di paure e sensazioni si risolvono infine nel raggiungimento della serenità interiore e nel ricongiungimento con la realtà del corpo e della vita.

Strano Telo di Dušan Zorić

 Mark si reca ad un appuntamento al buio con una sconosciuta. Quello che sembrerebbe un incontro di sesso occasionale come tanti si rivela invece il terreno per far emergere le ferite di lei, vittima di violenza sessuale, e l’aggressitività di lui, diffusa endemicamente nella mascolinità contemporanea. Presentato a Venezia nel 2018, Strano Telo, in serbo “Corpo estraneo”, indaga le complesse dinamiche di aggressione e sottomissione che il sesso lascia emergere. Per farlo, Dušan Zorić mette al centro la costruzione sociale della mascolinità e la mette a confronto con la casualità di un incontro occasionale, destinato a farne emergere tensioni e punti ciechi.

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