Lunedì concortiano che inizia con le proiezioni gratuite nella sala degli Amici dell’Arte, Galleria Ricci Oddi a Piacenza. Appuntamento alle 17 per il Talk Mnemosyne “Recycled stories: roles and functions of found footage in our present” e alle 18 proiezione speciale de “Una Bella Giornata” di Gianni Cravedi e Mauro Ferri dedicata al partigiano Abele.
A seguire tutt* al Parco per il film in concorso e per la lunga notte della serra, con il primo slot di Mnemosyne!
El secuestro de la novia – Spohia Mocorrea
Visto da Vanessa Mangiavacca
Il “rapimento della sposa” è un’antica tradizione tedesca che prevede appunto il sequestro della sposa da parte degli invitati: spetta poi allo sposo trovarla e pagare un pegno per riaverla con sé. Un’usanza desueta, ma non così tanto: in alcune famiglie e cittadine della Germania questa scenetta viene ancora recitata, spesso senza troppa simpatia da parte degli sposi stessi.
Vincitore del premio come miglior cortometraggio 2023 al Sundance Film Festival e ora in anteprima italiana a Concorto, l’opera di Sophia Mocorrea è un ritratto riuscito delle pressioni che una qualsiasi coppia può subire dal contesto familiare, specialmente se quest’ultimo risulta un po’ bigotto. Queste spaccature tra due generazioni a confronto si intrecciano ad altre tematiche attuali: una buona dose di razzismo travestita da perbenismo borghese e vecchi immaginari famigliari da rispettare. Il nido perfetto costruito da Luisa e Fred (di origine argentina lei, tedesca lui) viene così minacciato dalle pressioni sociali esterne, ma resiste consapevole, pronto a scegliere infine la libertà. La regia di Mocorrea assorbe i sentimenti dei personaggi e muta insieme a loro.
The family portrait – Lea Vidakovic
Visto da Francesca Marchesini
Nel cortometraggio di Lea Vidakovic la casa manifesta i sintomi di una società alla deriva. La sicurezza dell’ambiente famigliare vacilla allo scoppiare della Prima Guerra Mondiale: le fondamenta non sono più così stabili, le tubature perdono, i rapporti perdono di valore e consistenza – tradimenti, scherzo, crudeltà cattiveria… Una famiglia diventa lo specchio della fragile realtà che la circonda; gli spettatori sono artefici e spettatori del loro incauto destino senza che nessuno possa (o voglia) intervenire.
When a rocket sits on a launch pad – Bohao Liu
Visto da Francesca Marchesini
Fang sale le scale. Arriva a casa, esce, cerca sua sorella, va all’allenamento di basket. Le scale sono sempre da percorrere in salita, non c’è mai sosta un momento della sua giornata e l’altro, non ci sono pianerottoli dove fermarsi per riprendere fiato – solo scale da salire. Scale da salire di corsa, perché la vita scorre veloce e sarà sempre più difficile per lei esaudire i propri desideri.
La robe – Olga Torrico
Visto da Vanessa Mangiavacca
Spesso gli armadi sono portali verso altri mondi, fantastici e immaginari. Anche l’armadio aperto dalla protagonista de La robe è l’accesso a un altro universo, quello personale e intimo di una signora italiana da poco deceduta, Madame Napoleone. Nel pulire le case di altre persone, la giovane ragazza francese si imbatte negli oggetti e nei luoghi di altri individui a lei sconosciuti: dalle fessure e dalle crepe è facile immaginare tutte le voci che hanno popolato salotti, cucine e camere. Ne restano ad esempio i vestiti, testimoni abbandonati di sprazzi di vita. La caducità delle singole esistenze si contrappone a quella di un abito pronto a farsi contenitore di momenti altrui, perpetuando un processo di ricordi ed emozioni che altrimenti non si sarebbero mai fusi tra loro. In pochissimi minuti Olga Torrico è riuscita a racchiudere, con estrema delicatezza, tutto questo.
Nocturno para uma floresta – Catarina Vasconcelos
Visto da Chiara Ghidelli
Un teschio su una tavola imbandita. Due mani entrano nell’inquadratura e lo riempiono di fiori. Sono le mani di Papa Gregorio XV, uomo che ha fatto del celibato e della “caccia alle streghe” il centro della sua immortalità. Nel frattempo, in una foresta del Portogallo in cui nel XV secolo i monaci costruirono un muro per impedire l’accesso all’area alle donne, gli spiriti di quelle streghe sembrano non essersene mai andate. In un mondo onirico selvaggio e naturale nel quale uomo e natura sono la stessa cosa, Nocturne for a forest costruisce un limbo, un non-luogo bloccato tra il paradiso e l’inferno, abitato da anime di donne dimenticate. Nel silenzio di corpi messi a tacere e che non possono più vendicarsi, la memoria riflette e indaga su contraddizioni e ipocrisie di una società, di una religione nonché di un’iconografia femminile violata e abusata anche negli spazi delle tele dipinte. Un memoriale, monumento a quelle donne invisibili che non possono cambiare il passato ma che possono finalmente cambiare il modo in cui se ne parla.
La Ultima Ascensión – Kevin Osepa
Visto da Chiara Ghidelli
Rowin è un giovane pescatore che vive con la madre. Ogni giorno va in riva al mare a cercare la fortuna tra le acque. Ogni giorno torna a casa a mani vuote. Sullo scenario di Curaçao, una delle isole caraibiche olandesi, quella di Rowin è una storia che racconta molto più della vita di un uomo. Con La Ultima Ascensión il regista Kevin Osepa accende i riflettori su una storia e un’identità poco conosciuta come quella afro-caraibica. Attraverso il racconto di una cultura, costruisce un racconto che segue i toni di un realismo magico, dipingendo un immaginario fatto di creature quasi mitologiche e visioni sfuggenti. Nell’impossibilità di distinguere il reale dall’allegoria, la macchina da presa viaggia seguendo leggi e coordinate proprie, nella narrazione della vita di un uomo, di una famiglia, di un lutto e di una rinascita.
A study of empathy – Hilke Ronnfeldt
Visto da Virginia Marcolini
Candidato al Locarno Film Festival nella sezione European Film Awards, A study of Empathy si sviluppa attorno all’incontro tra una giovane donna, Dana, e un’artista, Penelope, che, per il progetto di diploma della sua scuola d’arte, si propone di esplorare l’empatia umana tramite lo studio delle reazioni suscitate nei soggetti che assistono alla sua performance. Ne risulta un esperimento pretenzioso e imbevuto di retorica che se all’inizio lascerà Dana indifferente, desterà in un secondo momento grande interesse. In poco più di dieci minuti, la regista Hilke Rönnfeldt’s indaga con pungente ironia e gelido distacco l’ipocrisia del cuore umano.
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