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Il martedì concortiano presenta appuntamenti davvero per tutt*!

Alle 16.30 alla Galleria Ricci Oddi inizia Concorto Kids: una tre-giorni di cinema, laboratori e merende per bimbe e bimbi dai 3 ai 12 anni. Oggi in programma i laboratori di esplorazione dei giardini urbani e l’attività di design thinking per rendere Piacenza più sostenibile, vi aspettiamo!

Alle 17 al Salone Amici dell’Arte il talk “Suolo, cementificazione, agricoltura a Piacenza. Una convivenza difficile” con Laura Chiappa e Giuseppe Castelnuovo in collaborazione con Legambiente Piacenza. A seguire, proiezione dei corti del focus Supernature.

Dopo il tour de force pomeridiano ci si sposta a Parco Raggio per i corti in concorso; a seguire in serra le proiezioni del Focus Palestina e di Ubik mentre alle 23.30 Ibisco in concerto al Boschetto.

Yeah!

400 Cassettes – Thelyia Petraki
Visto da Vanessa Mangiavacca

“Ieri mi sono comportata male nel cosmo. 

Ho passato tutto il giorno senza fare domande” 

Wisława Szymborska

 

Le relazioni sono un sistema complesso di connessioni, molto più di quel che potremo percepire semplicemente osservando la realtà: una rete quasi quantistica di rapporto, nel modo di incontrarsi e legarsi. Nel cortometraggio 400 cassettes – presentato all’ultima edizione del Locarno Film Festival e a Concorto in anteprima italiana – la regista Thelyia Petraki si sofferma tra i confini di amicizia, sorellanza e amore tra Elly e Faye, a partire da una lezione di archeologia cosmica tra i banchi del liceo. In un momento imprecisato a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta – che importa definire “il tempo”, ci suggerisce il film – le due protagoniste si interrogano, ritrovandosi e illuminandosi tra dispositivi analogici, provando a penetrare l’intimità delle cose del mondo. Le domande si sovrappongono con tutti i dubbi che ogni ricerca del sé – e del senso della vita – si porta dietro: nessuna di essa riceve una vera risposta, ma è il rischio che si corre ogni volta che si interroga il cosmo e si cerca di dare una spiegazione all’invisibile. Di fronte all’enigma dell’eternità, restano delle cassette da riascoltare, rivedere e ritrovare nella memoria. 

Zima – Tomek Popakul
Visto da Vanessa Mangiavacca

Il regista polacco Tomek Popakul torna a Concorto Film Festival con il cortometraggio Zima, presentato in anteprima italiana. Il viaggio psichedelico verso l’adolescenza di Acid Rain (2019) e gli abissi di The Moon (2020) sembrano incontrarsi in questa ultima animazione, un trip oscuro e immersivo, punk e lirico, di difficile identificazione e continue suggestioni, e proprio per questo da togliere il fiato. 

La texture analogica, il continuo cambio di angolazione e il disegno grezzo ci conducono in una selva narrativa antilineare divisa in quattro capitoli: su un mare di inchiostro si delineano alcuni personaggi a partire da una coppia formata da un ragazzo e una ragazza, alla quale si aggiungono nuovi volti, quelli di uomini di un villaggio non identificato e un altro ben noto, quello di Gesù. Unico comune denominatore, l’inverno, come suggerisce il titolo. Inutile cercare significati in questo groviglio di storie avvolte da credenze, riti e folklore, sacro e profano: navigando nel nero dell’inconscio, ognuno potrebbe scorgere il tratto spirituale che desidera. “Why, don’t ask me why” suggerisce infatti una malinconica nenia nella seconda metà del film. Ma a un certo punto, si ha come l’impressione che una delle tante forze in gioco abbia la meglio sul caos presentato: quella della natura, pronta a rivendicare il proprio posto nel mondo. 

Dancing in the corner  (Taniec W Narożniku) – Jan Bujnowski
Visto da Carola Visca

In Dancing in the corner la memoria familiare e l’amore per il calcio si intrecciano alla storia della Polonia dopo il crollo del comunismo. L’immaginazione e i sogni di un bambino passano attraverso lo schermo di un televisore, le cui interferenze e distorsioni impediscono la visione dei momenti cruciali per la nazionale di calcio. Eppure proprio su questo gioco di rimozione si consolida il rapporto tra padre e figlio, ai quali lo schermo difettoso offre spazi bianchi da riempire con la propria fantasia. Il progressivo miglioramento delle tecnologie – che invadono ormai anche le case polacche – e la nitidezza della visione, corrisponderanno così alla maturazione del protagonista che, diventato adulto, guarda il mondo con occhi diversi e disincantati.

Aitana – Marina Alberti
Visto da Eva Olcese

«Cuando yo todo lo olvide y cante como mi abuela con la última luz de la memoria,

perdonadme vosotros, los que os agarrasteis a mi vestido

con vuestras manitas tan pequeñas»

[María Teresa León]

 

Una camera che è uno scrigno di ricordi: fogli, fotografie, poesie e date si affastellano nella memoria di Antiana, mentre la figlia Marina la esorta a ricordare. Lei è infatti l’ultima custode di una storia che rischia di scomparire, quella dell’esilio dei propri genitori Rafael Alberti, poeta e pittore, e di María Teresa León, scrittrice, due intellettuali che hanno creduto nella democrazia e hanno provato a tornare in Spagna in difesa della Repubblica, prima di essere esiliati da Franco. Lo stesso destino è toccato ad Antiana, che ora, come la madre María, sta dimenticando pezzo dopo pezzo la propria vita. I filmati d’archivio si fondono con le riprese sabbiose di una vita che sta finendo. 

After Dawn – Yohann Kouam
Visto da Eva Olcese

Seguiamo dall’alba fino al tramonto (e poi di nuovo all’alba) la giornata nel banlieue di Yves, giovane artista trasferitosi a Berlino, Haza, un quattordicenne sordo, e Déborah, un’allenatrice di basket. Le storie di chi è andato via, di chi è rimasto e di chi stava per scappare dalle case popolari di Parigi s’intrecciano senza mai incontrarsi. Una fotografia limpida inquadra lo scenario di adulthood che è ancora a tinte fosche.

On The Impossibility Of Homage – Xandra Popescu
Visto da Virginia Marcolini

Quando guardiamo un film, chi è responsabile di cosa vediamo? Il regista o il soggetto? È su questa provocazione che Xandra Popescu ci propone un dipinto dell’ex ballerino, ora coreografo, Ion Tugearu, o almeno prova a farlo. Parlando in camera infatti, Ion questiona costantemente l’approccio della regista al tema, indicando soluzioni alternative che rendano il suo “film omaggio” effettivamente tale. Quando si è stati soggetti creatori non si può accettare lo svilente ruolo di oggetto ritratto, frutto di una creazione altrui. Come omaggiare quindi un demiurgo ormai in declino, valorizzandone il presente senza oscurarne le gesta passate? Impossibile.

A mother goes to the beach – Pedro Hasrouny
Visto da Virginia Marcolini

“Uma Mãe Vai à Praia”(2022), diretto da Pedro Hasrouny, è un delicato cortometraggio che esplora la relazione intima tra Teresa, una madre single, e suo figlio Benji. Ambientato in una giornata di vacanza in spiaggia e presunto relax, l’episodio svela lo stress e l’insofferenza di una donna che prova a galleggiare nella gestione di se’ stessa e di una persona che dipende da lei. Attraverso un approccio minimalista e concentrandosi su gesti semplici e quotidiani, Hasrouny riesce a indagare emozioni profonde, come la cura e l’amore materno, cogliendo il tempo che scorre e i piccoli momenti che definiscono i legami familiari. La fotografia naturale e la regia sottile contribuiscono a creare un’atmosfera intimista e riflessiva, lasciando allo spettatore un senso di malinconia e tenerezza.