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Vi siete ripres* dopo lo scoppiettante Opening Party di ieri sera? Oggi inizia ufficialmente la 22esima edizione di Concorto Film Festival e Parco Raggio vi attende.

Cena sotto le stelle alle 20, poi proiezioni dei primi fil in concorso e a seguire in serra il primo Slot di Guilty Pleasures e Deep Night!

Sardine – Johanna Caraire
Visto da Vanessa Mangiavacca

Il cinema ha parlato nei modi più disparati di amicizia tra donne, sorellanza, sentimento e potere femminile. Compresi i legami ancestrali che la donna ha tessuto con natura, credenze e antiche tradizioni connessi a quest’ultima. Questi temi compaiono come grandi agglomerati all’interno del cortometraggio Sardine. Il titolo fa riferimento al festival delle sardine che si svolge ogni anno in un’isola vulcanica della Spagna in cui tre amiche, tanto legate quanto diverse tra loro, decidono di trascorrere una breve vacanza, in un momento particolare della loro esistenza. Hanno all’incirca 35 anni e si trovano divise tra dovere e piacere, tra passati famigliari scomodi, desiderio di maternità e di non voler divenire madre, relazioni di coppia complesse. A fare da sottofondo, diventando poi snodo centrale di questo cortometraggio, è la meravigliosa componente mistica che accompagna la narrazione sin dai primi secondi. Cos’ha quindi di nuovo il cortometraggio della regista francese Johanna Caraire? Aver saputo raccontare le diverse sfaccettature del femminile oltrepassando i confini della fiction e giocando con i linguaggi cinematografici senza prendersi troppo sul serio, intrecciando psichedelia, psiche e intimità verso quel “luogo magico” in cui si celebra l’amicizia vera, al di là del genere d’appartenenza. 

Shera – Arun Fulara
Visto da Vanessa Mangiavacca

Dopo My Mothers Girlfriend (2021), Arun Fulara torna a Concorto con Shera, presentato in anteprima italiana. in questo suo ultimo cortometraggio, Fulara cambia soggetto e sceglie di raccontare la storia di due ragazzini che in un remoto villaggio himalayano si mettono alla ricerca di Shera, un famoso quanto sfuggente leopardo. Monu, uno dei due, sta infatti per lasciare il villaggio con la famiglia e non vuole andarsene senza prima aver visto il famigerato felino, così il suo amico Raju decide di accompagnarlo. 

Certo, ci vuole una buona dose di coraggio. L’avvistamento di Shera diventa il pretesto per vivere un’ultima avventura insieme, prima che il volere degli adulti li divida forse per sempre. A fare da sfondo c’è una natura immensa e potente, racchiusa in lunghe e meravigliose  inquadrature, e c’è un villaggio che scorre ad andamenti contrari a quelli delle grandi città, scandito dal ritmo del bestiame, in cui ognuno ha una propria interpretazione sul comportamento degli animali o della natura stessa. Shera ci riporta così ad un magico e divertente ritorno all’infanzia che vorremmo tutti un po’ rivivere. 

Snow in September – Lkhagvadulam Purev-Ochir
Visto da Anna Vullo

Tra palazzi sovietici nella periferia di Ulaanbaatar, Davka e la sua compagna di classe Anuka tornano da scuola, parlando di manga e ridacchiano, un po’ imbarazzati, quando il sesso finisce nel discorso. La spensieratezza e spontaneità con cui Davka affronta l’argomento sono presto destinate a finire. Ma dal momento in cui una “donna bassa sulla quarantina”, che afferma di abitare al settimo piano e di conoscere bene sua madre, gli bussa alla porta, cambia tutto. La donna si fa prepotentemente strada nell’intimità di Davka, interrogandolo sui suoi sentimenti e desideri nascosti. Questo incontro non soltanto lo scuote, ma influenza anche il rapporto che egli ha con Anuka, ancora immersa in una inconsapevolezza e innocenza che non appartiene più al protagonista. La regista Lkhagvadulam Purev-Ochir, tramite questo incontro, racconta il periodo di scoperta sessuale che ogni adolescente attraversa prima o poi. Qui il passaggio è prorompente, come una neve improvvisa a settembre. 

Boléro – Nans Laborde-Jourdàa
Visto da Anna Vullo

Fran è un ballerino di Boléro. Di lui non si scopre tanto, ma è chiaro fin da subito che vive per la musica. Fran è tornato controvoglia al suo paesino d’origine, solo per fare un piacere alla madre. Si ritrova un giorno a vagare per un centro commerciale della zona, e lì volente o nolente delle facce conosciute le dovrà vedere. Proprio nei bagni di questo centro commerciale Fran incontrerà un fantasma del passato, un suo professore che si era approfittato di lui quando era ragazzino. Questo incontro non sfocia, come ci si aspetterebbe, in un confronto a parole. Fran decide semplicemente di ballare, seguendo le note del Bolero di Maurice Ravel. Il ritmo terso e ossessionante scandito dai tamburi ipnotizza l’intero paese, coinvolgendo tutti in un viaggio attraverso ricordi, sentimenti e desideri che piano piano arriverà a un climax liberatorio. Scritto e diretto da Nans Laborde-Jourdàa, Boléro racconta e riconferma, in modo molto originale, la grande forza comunicativa della musica e del ballo. 

27 – Flora Anna Buda
Visto da Francesca Marchesini

Alice vive con la sua famiglia; ha una cameretta tutta sua e un fratellino che le fa i dispetti, anche nel giorno del suo compleanno. Alice ha compiuto ventisette anni e non può essere del tutto indipendente; in un mondo in cui un giovane laureato non guadagna abbastanza per pagarsi da solo l’affitto, Alice vive nella sua cameretta, intrappolata tra quattro mura che trasformano la sessualità in un simbolo di castigo piuttosto che di liberazione. Tenta di scappare con la fantasia, con l’alcool e con le droghe, ma anche in questo universo parallelo fatto di solo divertimento non riesce ad essere pienamente libera. 27 è un cortometraggio su una generazione paralizzata – non per sua volontà – in un’età di mezzo; l’animazione, archetipo del cinema infantile, funge da ponte fra passato e presente e indica il sentiero verso una crescita che (forse) non può realmente avvenire.

Ridder Lykke – Lasse Lyskjaer Noer
Visto da Virginia Marcolini

Presentato nella sezione internazionale del festival di Clérmont-Ferrand, Ridder Lykke (Knight of Fortune) esplora il tormentato processo di elaborazione e accettazione del lutto. Karl ha appena perso la moglie e si reca all’ospedale per un ultimo saluto, ma quando si ritrova di
fronte alla bara non riesce ad avvicinarcisi. È molto più facile cercare di riparare una lampada rotta che affrontare la mancanza di una persona amata. Poi lo strano incontro con Torben, un uomo altrettanto consumato dal lutto, con e tramite il quale riuscirà a condividere il dolore della perdita e ad abbandonarsi ad esso. È infatti grazie a questo incontro, tenero e altrettanto carico di un umorismo amaro, che i due uomini si ri-trovano e tramite questa esperienza collettiva si liberano.