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Dopo la rutilante serata di ieri che ha inaugurato il festival – da segnalare un pubblico mai così folto e un travolgente concerto con Umberto Petrin al piano – ci avviamo verso il secondo giorno di #Concorto2018, dedicato soprattutto all’arte.
Iniziamo infatti alle 18 con l’inaugurazione della stupenda mostra ANIMA MUNDI, a cura di DEM (artista di fama internazionale e autore della locandina concortiana 2014), che vede in mostra le sue opere insieme a quelle di Hitnes (autore della locandina 2017) e Silvia Idili, autrice della locandina di quest’anno. La mostra resterà aperta fino al 25 agosto, tutti i giorni, dalle 11 alle 19, ingresso gratuito.
Ci sposteremo poi al parco per le proiezioni in concorso che questa sera iniziano con Ligne Noire, un surreale racconto scandito dal canto del muezzin; con Babies, di cui abbiamo ospite il regista Yuval Shapira, affrontiamo la surreale notte di una madre mentre Câm Lang ci mostra l’ineluttabile destino di una ragazza vietnamita. I corti in concorso si concludono con Euphoria, storia di un’amicizia che nasce nell’insolito mondo delle gare per cani di razza. A seguire, un evento speciale: la proiezione del documentario Pico – Un parlante de Africa en America di Invernomuto!
Appuntamento poi in serra alle 23.30 con la rassegna UBIK – recensioni a piè di pagina – e Focus Africa, qui tutte le recensioni.
Qui sotto trovate l’intervista a Yuval Shapira (film Babies). Buona visione e buon festival!

Ligne Noire – Mark Olexa, Francesca Scalisi
Visto da Silvia Alberti

Il Muezzin, dall’alto del minareto, scandisce la giornata del fedele invitandolo alla preghiera. Ma la melodia non esita a trasformarsi in una litania, in un mero sfondo, che perde importanza rispetto all’inquadratura principale. Una donna pesca in acque torbide, ma nulla sembra fermarla. Consapevole, ignora le voci attorno a lei e prosegue. In linea con un paesaggio dimesso, sospeso senza collocazione.

Babies – Yuval Shapira
Visto da Margherita Fontana

Una madre è svegliata nel cuore della notte dal pianto del suo bambino, ma non ha di che sfamarlo. La donna, così com’è, scalza e ancora in camicia da notte, esce di casa e lo abbandona. Il gesto che potrebbe sembrare frutto di una scelta disperata, sembra piuttosto l’esito di una
concatenazione di eventi inarrestabili. È una forza invisibile, una necessità senza scampo quella che trascina via la donna dalla sua casa verso una serie di surreali incontri notturni. Il paesaggio umano e architettonico descritto dal cortometraggio è fatto di geometrie abitate da fantasmi,
malati, profughi e soldati. La splendida fotografia notturna di Ilya Marcus porta lo spettatore di fronte a questa schiera di persone fuori contesto.

Câm Lang – Thien An Pham
Visto da Sofia Brugali

Lo scroscio della pioggia fa da sottofondo alla vigilia di matrimonio di una ragazza vietnamita, la cui vicenda tutta interiore si esprime nei gesti, nelle espressioni. Come la protagonista, il cortometraggio stesso è muto: i dialoghi sono ridotti al minimo, ma non per questo il travaglio della promessa sposa è meno intenso. La seguiamo percorrere le strade della sua città, spiandola dall’esterno, inquadrata in scene simmetriche che contrastano con la sua ricerca confusa di Amore. L’epilogo sembra essere la passiva accettazione di un legame imposto dalla famiglia, la sottomissione ad una religione invadente: “muta” è la condizione esistenziale di una ragazza che non ha scelta sul proprio destino.

Euphoria – Natalia Pietsch
Visto da Yorgos Kostianis

Natalia Pietsch ci porta dietro le quinte degli show di esposizione canina seguendo la vita quotidiana delle proprietarie di due barboncini di razza, Euphoria e Frodo. Il film si concentra sulla cura pedante dei cani in preparazione al severo giudizio dei critici. L’esposizione metterà alla prova anche l’amicizia delle due donne mentre competono per i favori dei giudici.

The 99 steps keft from the square – Sevgi Eker
Visto da Claudia Praolini

“Sono là dove si dice che
l’Universo non sia che un difetto
Nella purezza del non-essere.”
J. Lacan

La citazione di Lacan all’inizio del film è come una chiave posta all’inizio del pentagramma, ci avvisa che stiamo entrando in un regno visivo dove il reale, il simbolico e l’immaginario saranno le quinte che definiranno lo spazio di interpretazione. La grande suggestione visiva di questo corto risiede in una enigmatica luce notturna che pervade lo spazio, esplorato da una camera che si muove in una sorta di soggettiva lenta e fluttuante; è un occhio totalmente autonomo che ci mostra una scena dove i personaggi si muovono secondo un piano prestabilito di cui possiamo solo immaginare il senso. Quello che possiamo percepire è che c’è un “dentro”, un cortile invaso da creature simboliche, e un “fuori” dove si svolge un
rito che possiamo solo immaginare, tendendo l’orecchio all’eco dei suoni o cercandone il riflesso negli sguardi dei personaggi, assorti nella contemplazione, intenti a reiterare ancora una volta la loro mise en scéne. Non dimentichiamolo: ci stiamo muovendo nello spazio più profondo dell’uomo, quello del non conscio, uno spazio che contiene un enigma primordiale, ancora non risolto, che riporta l’homo sapiens ai confini dell’antica frattura con la Natura, una frattura abitata dal nostro desiderio e dalla nostra paura, che solo nella dimensione del sogno e della metafora possiamo ricordare.

Find Fix Finish – Sylvain Cruiziat
Visto da Yorgos Kostianis

Avete mai calpestato un formicaio senza pensarci due volte? È proprio quella la sensazione che provano i piloti di droni militari.
Il progetto universitario di Sylvain Cruiziat e Mila Zhluktenko fa luce sulle storie inedite di tre piloti di droni statunitensi, denunciando le strategie operative clandestine implementate dal governo americano. Il film contrappone astutamente i racconti agghiaccianti dei piloti a immagini aeree di ambienti familiari e vita quotidiana pacifica; esortando lo spettatore a riflettere sui sentimenti dilanianti che derivano da un potere immenso, dall’intimità paradossale e dalla crudeltà distaccata che i piloti devono affrontare ogni giorno.