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La domenica concortiana vede la prima grande novità di questa edizione: le proiezioni pomeridiane presso il salone degli Amici dell’Arte della Galleria di Arte Moderna Ricci Oddi (via San Siro 13, Poacenza). L’audio sarà in modalità silent cinema, ovvero ognuno con le proprie cuffie, per un’esperienza ancora più immersiva! Appuntamento ore 18 con la prima parte del Focus Colombia.

Appuntamento poi ore 21 a Parco Raggio, Pontenure, per i film in concorso (a seguire le recensioni) e poi in serra per i late night movie di EFA e Deep Night.

Datsun – Mark Albiston
Visto da Francesca Marchesini

Una macchina d’epoca appartenente al padre, una cassa di birra rubata e due adolescenti con il fratello minore al seguito. Sebbene i preamboli siano quelli del classico teen movie, il cortometraggio di Mark Albiston rivela un animo più tormentato ed esplosivo; se comunemente si parla di cinque fasi del lutto che porta all’accettazione della perdita di una persona cara, l’opera del regista neozelandese si concentra sicuramente sull’espressione del secondo stadio: la rabbia. Si potrebbe mettere in discussione un’analisi del rapporto fra personaggi decisamente poco dettagliata, ma la forza di Datsun sta proprio nel mettere in scena la rappresentazione fisica di un climax emotivo piuttosto che focalizzarsi sui passaggi chiave della storia – qui ridotta a contesto che giustifica i sentimenti del giovane protagonista.

By Flávio – Pedro Cabeleira
Visto da Francesca Marchesini

Non l’ennesimo “spiegone” su come l’ottenere fama online possa trasformarsi in un’ossessione malsana… o forse sì? Marcia è una giovane ragazza madre molto attiva sui social a cui un noto rapper chiede di partecipare al suo prossimo videoclip; l’incontro fra i due sfuma dall’interesse lavorativo a quello romantico per evolversi in una lotta di potere. Il cortometraggio mette soprattutto in evidenza la relazione tra la giovane e il figlio, un rapporto affettuoso, ma a tratti soverchiato dalla forte presenza online della madre. Pedro Cabeleira lascia che i social invadano anche graficamente il proprio lavoro, facendo sì che le notifiche di Instagram intercettino l’attenzione dello spettatore che le vede proiettate sullo schermo così come avviene per i personaggi di By Flávio che sentono squillare il cellulare.

Dancing Colours – Story ChenM. Reza Fahriyansyah
Visto da Francesca Marchesini

Ci sono pratiche religiose che sembrano molto lontane da noi, temporalmente parlando, come rituali di conversione e possessioni. Il cortometraggio Dancing Colors accende i riflettori sull’esorcismo all’interno della religione islamica e su come questo venga tutt’oggi esercitato sui giovani che non rispecchiano gli standard sociali imposti dalla famiglia. Lo sguardo di M. Reza Fahriyansyah su questa pratica non è di denuncia, sebbene emerga la voglia di accusare più la falsità che la crudeltà del rito; la decisione del regista di concentrare la propria attenzione sul ragazzo coinvolto nell’esorcismo e sul suo (finto) mutamento emotivo, per quanto possa sembrare semplicistica, è funzionale all’evidenziare marcatamente l’assurdità della pratica.

Über Wasser – Jela Hasler
Visto da Vanessa Mangiavacca

C’è una libertà che ha modo di essere tale solo al di sotto dell’acqua. Quando Eli emerge dal canale della sua città per iniziare una giornata qualunque, si troverà sin dal primo momento a scontrarsi con quotidiani episodi di cat calling. Si insidiano nei piccoli momenti, sparsi tra una fessura e l’altra, enfatizzati da situazioni di solitudine e dal costante in-seguire dello sguardo della regista. A rendere il cortometraggio vivo, palpabile e percepibile è la costruzione del personaggio centrale interpretato dall’attrice Sofia Elena Borsani: la sua percezione del mondo è inevitabilmente anche la nostra. La recitazione è mimica e corporea nell’alternarsi tra l’indifferenza delle violenze subite, la frustrazione e l’implosione di una rabbia mai stata così lecita, che troverà poi il suo punto di detonazione. Senza alcuna retorica ma presentando la realtà vissuta da ogni ragazza e donna giungiamo alla conclusione che ogni città in Occidente, così com’è, non sarà mai un posto sicuro.

Frida – Aleksandra Odić
Visto da Vanessa Mangiavacca

I corridoi asettici e freddi di un ospedale sono mitigati dalla presenza di un’infermiera, Frida, e una paziente coetanea, protagoniste di questo cortometraggio presentato all’edizione 2021 di Cinéfondation a Cannes. Aleksandra Odić prende ispirazione dal vissuto personale per esplorare il delicato e timido rapporto tra queste due donne. L’immagine di Frida è atipica e corre a spezzare tutti gli schemi e i confini tra infermiere-paziente cui siamo abituati: nei gesti della cura reciproci, in piccole attenzioni che non necessitano di giustificazioni o spiegazioni, nasce una relazione d’affetto che accompagna la paziente negli ultimi suoi giorni.

Warsha – Dania Bdeir
Visto da Vanessa Mangiavacca

Ci vuole molto coraggio per decidere di andare a lavorare sulla gru più alta e pericolosa di tutta Beirut. Nel momento in cui Mohammed, immigrato siriano, decide di salire su uno dei punti più alti di tutta la capitale libanese cerca un posto per fuggire, librarsi ed essere semplicemente se stesso. In Warsha, Best International Short Film al Sundance 2022, la regista e scrittrice Dania Bdeir gioca su due doppie e affascinanti tensioni narrative senza tralasciare mai lo sfondo politico: la scoperta del mondo rude e machista dei gruisti e il disvelamento dell’identità di genere del protagonista. Anche la dimensione sonora concorre ad acuire questa spaccatura: ai rumori violenti della città e del cantiere si oppone la dolce e sinuosa melodia araba ricercata da Mohammed. Lontano da pregiudizi e sguardi che mai potrebbero comprenderlo e nel luogo simbolo per eccellenza del lavoro maschile, il giovane operaio immagina e vive una danza aerea nel cielo in un meraviglioso spettacolo rubino che commuove e lascia senza fiato.