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Lunedì 20 agosto e di fronte a noi si estende una intera settimana concortiana!
Inauguriamo oggi le proiezioni nella serra cinematografica di Palazzo Ghizzoni Nasalli, vicolo Serafini 12, ore 18 (ingresso gratuito!); in programma la prima parte della rassegna Mirrors, dedicata a tematiche di genere, qui le recensioni.
Stasera al parco una imperdibile infilata di cortometraggi; iniziamo con Pauline Asservie, una splendida commedia francese che vede protagonista Anaïs Demoustier, stella nascente scelta come protagonista da registi quali Ozon e Haneke. Proseguiamo con lo svizzero Intimity, che mette a nudo in pochi minuti l’essere di una donna a cui fa seguito La Persistente, insolito e avvincente thriller postmoderno. Con Tiikeri ci spostiamo in Finlandia per un dramma familiare descritto con dolcezza e ironia, avremo anche modo di approfondirne i temi grazie alla presenza sul palco di uno degli attori, Jarkko Lahti. Concludono la serata di film in concorso Peggie, che ci porta nella vita di una anziana signora dotata di super poteri, e Crème de menthe, commedia canadese che affronta un complesso rapporto tra padre e figlia.
A seguire, dalle 23.30 in serra, la prima parte di WABI SABI Focus Japan (qui le recensioni) e altri due film della rassegna di film sperimentali UBIK, recensioni a piè di pagina. In contemporanea atmosfere alla Call me by your name con il concerto di Illinois, music by Sufjan Stevens.

A seguire le interviste con David Krippendorff (Kali) e Olivier Labonté LeMoyne (Déjà Vu).

Pauline asservie – Charline Bourgeois-Tacquet
Visto da Margherita Fontana

Suis-je amoureux? Oui, puisque j’attends.

Recita così il passo tratto da Frammenti di un discorso amoroso di Roland Barthes posto a esergo del corto. Come l’autore francese, anche Pauline si potrebbe definire una semiologa: innamorata di un uomo sposato, trascorre le sue giornate cercando di interpretare i messaggi di lui come segni
del suo amore o del suo definitivo abbandono. Studiosa di letteratura francese, colta, bella e intelligente, Pauline pensa di affidarsi alla razionalità quando invece non fa che alimentare un’ossessione di cui è schiava. Attraverso una sceneggiatura incalzante, la regista mostra il lato narcisista, autodistruttivo, quasi fantasmatico dell’innamoramento e il potere devastante che le parole dell’altro possono avere. Presentato a Cannes alla Semaine de la Critique, il film di Charline Bourgeois-Tacquet racconta in modo originale la drammaticità di una situazione così comune alla
nostra epoca legata alla comunicazione istantanea.

Intimity – Elodie Dermange
Visto da Elena Saltarelli

In questo cortometraggio d’animazione un argomento controverso come il porno viene spiegato nell’intimità di una doccia.
Una ragazza racconta di sé, di come attraverso il lavoro nell’ambito pornografico sia riuscita ad accettare il proprio corpo; questa liberazione sessuale diventa un lungo racconto, e riuscire a capire cosa ci fa stare bene diventa catarsi, incomprensibile per chi non la vive ma non per questo
incomunicabile. L’immagine evanescente e caleidoscopica acquista spessore comunicativo, riuscendo a rendere questa breve opera un piccolo gioiello che parla di sentirsi liberi, trascendendo il pensiero altrui.

La Persistente – Camille Lugan
Visto da Yorgos Kostianis

Da qualche parte nei Pirenei, Ivan e la sua motocicletta, l’antropomorfa Persistente, vagabondano lungo le ripide e tortuose strade di montagna. La loro relazione simbiotica attira lo sguardo dell’invidioso Victor, che decide di separarli violentemente. Non poteva immaginare però che il loro legame inscindibile è troppo forte per essere infranto.
Direttamente dalla selezione ufficiale del Festical di Cannes, Camille Lugan ci presenta una storia sull’amore e la vendetta che esce dagli schemi. Il suo stile cinematografico, inquietante e misterioso, segue l’esempio di David Lynch, pieno di colpi di scena impulsivi e violenti parossismi.

Tiikeri – Mikko Myllylahti
Visto da Elena Saltarelli

Questo cortometraggio finlandese, diretto da Mikko Myllylahti, parla di un padre che torna a casa ubriaco. Parla di una madre che lo aspetta addormentata sul divano e di una figlia-tigre chiusa in camera sua. Parla di un litigio e del padre che prende in mano il fucile. Tiikeri si può definire una moderna favola nera: il freddo inverno finlandese e la regia pragmatica e pulita conferiscono un’atmosfera narrativa in cui la presenza della figlia-tigre riesce a compenetrarsi perfettamente. Il contesto famigliare disfunzionale diventa elemento di unione, che porta la figlia-tigre a cercare tigri come lei, in cui potersi riflettere e con cui valorizzare una propria individualità. La gestualità, ordinata ed espressiva, assume valore dialogico, e la colonna sonora in chiusura (A Dream Of You And Me dei Future Island, ndr) è la ciliegina sulla torta di questo capolavoro nordico.

Peggie – Rosario Capozzolo
Visto da Carlotta Magistris 

Peggie è un delicato cortometraggio dedicato alla demenza senile dell’italiano Rosario Capozzolo, medico appassionato di cinema che si pone come obiettivo del film il creare empatia nei confronti di chi ne è affetto e anche di chi se ne prende cura. La protagonista, attraverso la sua malattia, si ritrova ad attraversare un mosaico di varie epoche della sua vita, passando con la soggettività del suo punto di vista attraverso le metaforiche stanze di una casa che rappresentano cronologicamente momenti impressi nella sua mente fino ad una presa di coscienza di realtà per lo spettatore ma non per Peggie, la cui testa continua a fluttuare nello spazio temporale mentre la realtà si prende cura di lei.

Crème de menthe – Philippe David Gagné + Jean-Marc E. Roy
Visto da Sofia Brugali

Alla morte del padre, un accumulatore compulsivo, la figlia Renée si deve occupare di svuotarne l’appartamento: un compito gravoso, da svolgere in soli sei giorni, che porterà la ragazza alla scoperta del genitore scomparso. Oggetto dopo oggetto, infatti, Renée questionerà il proprio rapporto con il padre rivivendo il passato, ma anche sperimentando il presente. Nella casa “vuota” la vita continua dopo la morte, come nell’emblematica scena della crème de menthe, in cui ancora viva è la stessa presenza del defunto. Con delicatezza ed un pizzico di ironia i registi affrontano un tema altrimenti drammatico, lasciando sul viso dello spettatore un sorriso appena velato dalla malinconia.

UBIK – Shadow Nettes – Phillip Barker
Visto da Yorgos Kostianis

Le ombre non sono mai quello che sembrano. A Phillip Barker, uno dei più importanti registi dell’avanguardia canadese e avido pescatore, è stato affidato il manuale di Shadow Nettes da uno dei pochi Shadow Nette Fishers rimasti nell’Erie Valley. Questo opuscolo, ritenuto l’unico esistente, descrive in dettaglio questo tradizionale strumento da pesca che proietta la sagoma del pescatore. I “fishr” assumono posizioni archetipiche (e altamente segrete) di virilità che mostrano la loro forza e abilità. Sono queste proiezioni che attirano la preda innocente, attirandole vicino per essere catturate nelle reti.
Profondamente ispirato da questo rituale occulto, Barker presenta questa opera ultramondana e mistica –rivestita di un bianco e nero tarkovskiano e di una sinistra colonna sonora– che segue la storia di un oscuro rito di passaggio.

UBIK – Cadavre Exquis – Stéphanie Lansaque + François Leroy
Visto da Claudia Praolini

I visionari registi di questa animazione, Stephanie Lansaque e Francois Leroy, ci regalano un magnifico viaggio all’interno del labirinto di strade che attraversa la parte vecchia della città di Hanoi. E’ un viaggio la cui spezia più piccante, il senso del macabro, fa da contraltare alla struggente poesia di cui è composta la storia che si narra. Il Virgilio che ci accompagna in questo viaggio è Il Cane Con Un Occhio Solo, una delle miriadi di creature che popola questo universo fatto di gente vociante e indaffarata e animali di tutte le specie, vivi ma anche morti (in questo caso perdono la loro identità naturale e il loro nome cambia e diventa semplicemente “cibo”).
Ma Il Cane Con Un Occhio Solo è qui per eseguire un rito al quale parteciperà tutto il variopinto popolo del Regno Animale, un rito che celebra la sacralità della vita e della morte al di là della specie. I rintocchi di questa storia colpiscono la nostra memoria di antichi cacciatori, quando il cibo era ancora un dono degli dei, quando ancora gli stessi dei risiedevano nel cuore delle nostre prede, nei tronchi degli alberi, nelle acque e nelle stelle. Ora che tutto è cambiato, che ci siamo dichiarati Re e padroni di tutte le altre specie viventi, tocca a lui, al Cane Con Un Occhio Solo, mostrarci la menzogna sulla quale è costruita la nostra tirannia; ce lo mostra da animale, incarnando il sentimento più umano che esista: la
compassione.