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Il lunedì concortiano non è caratterizzato dalla solita angoscia di inizio settimana anzi, ci fa veleggiare verso una giornata di cinema e park life.

Doppio appuntamento al palazzo XNL:

  • ore 17 Talk Periferico/EN  – A cura di EN Laboratorio Collettivo e Collettivo Amigdala – Presentazione del progetto Atti Clandestini per Terre Mobili di Micol Roubini, realizzato per i festival Sette Giorni Per Paesaggi – Immaginari del Limite (Piacenza) e Periferico (Modena);
  • ore 18 prima parte del focus Supernature.

Appuntamento dalle 20.15 a Parco Raggio per il chill out pre-festival e per le proiezioni dalle 21. Alle 23.30 in serra i primi corti del focus Guilty Pleasures e nella notte più fonda i corti di Forever Young, un fior da fiore dei migliori film passati a Concorto negli ultimi anni.

Severen Pol – Marija Apcevska
Visto da Margherita Fontana

Arriva direttamente dall’ultimo festival di Cannes Severen Pol, un delicato ritratto delle scoperte adolescenziali ambientato in Macedonia. Il corto ritrae il quieto isolamento della sedicenne Margo che si sente distante dalla sue compagne più spigliate, ma che allo stesso tempo vorrebbe essere come loro. Per sentirsi parte del gruppo, tenterà a tutti i costi di perdere la verginità scontrandosi con la ritrosia del giovane da cui è affascinata. Girato in pellicola, il cortometraggio di Marija Apcevska è un quadro della tinte morbide e fredde dell’adolescenza messa alla prova dalla sessualizzazione precoce e dalle logiche del branco.

Étouffés – Ely Chevillot
Visto da Margherita Fontana

Dopo l’esordio con Ce qui échappe, Ely Chevillot torna a dare voce ai disagi delle nuove generazioni. In Étouffés Chevillot mostra con il suo caratteristico linguaggio asciutto e delicato i pericoli che si annidano all’interno di un sistema educativo votato all’eccellenza e alla disciplina. Il giovane protagonista Mayeul è infatti un adolescente il cui rendimento scolastico può ben essere definito come eccellente: intelligente, sfacciato, dotato per la musica, è tra i ragazzi più popolari della scuola (privata). Ciò che tuttavia sfugge agli occhi adulti, e che invece Chevillot fa emergere, è la mascolinità tossica così diffusa tra i suoi compagni, amplificata dall’uso dei social e della messaggistica istantanea, potentissimi mezzi capaci di mietere vittime, e di mettere alla gogna i colpevoli. Il suono delle notifiche delle applicazioni, trasformate in una litania assordante e soffocante, si fa metafora del fallimento della comunicazione intergenerazionale e delle sue nefaste conseguenze.

Maalbeek – Ismael Joffroy Chandoutis
Visto da Vanessa Mangiavacca

Presentato alla Semaine della Critique2020, Maalbeek è un cortometraggio ibrido che attraverso le mancate memorie di Sabine cerca di ripercorrere e ricomporre il segno lasciato dall’attentato nella stazione della metro di Maelbeek di Bruxelles, avvenuto il 22 marzo del 2016. Ismaël Joffroy Chandoutis realizza un’opera frammentata, un found-footage di schegge di memoria che come pezzi sparsi di un puzzle che fatica a ricomporsi, ricrea uno spazio sospeso e atemporale, corrispondente ai meandri oscuri della mente della protagonista. La dimensione amnesica cerca riparo nella bulimia di immagini diffuse senza controllo tra i canali ufficiali, la rete e i social. Mescolando documentario e animazione, il regista belga riesce a calibrare le due parti giocando su due livelli: l’onnipresenza delle immagini (tra riprese amatoriale e video di sorveglianza) e le assenze figurative della protagonista.

Lili Alone – Zou Jing
Visto da Yorgos Kostianis

Partendo da un background letterario, Zou Jing ha trovato la sua vocazione quando ha iniziato a lavorare alla stazione televisiva internazionale di Shanghai come regista e montatrice di documentari.
Lili Alone (Duo Li), il suo esordio nel cortometraggio, esplora le recondite verità della vita moderna in Cina attraverso la storia di Lili, una giovane madre che vive in una parte remota e impoverita di Sichuan con un marito violento e un figlio.
Quando suo padre si ammala, decide di prendere parte in un nefasto programma di maternità surrogata in un disperato tentativo di raccogliere fondi per coprire le sue spese mediche.
Il film fa luce nel ventre molle e oscuro del Sichuan raccontando la perseveranza di una donna nell’affrontare una stringa di apparentemente infiniti stenti, potendo contare unicamente su sé stessa.

Sogni al campo – Mara Cerri, Magda Guidi
Visto da Vanessa Mangiavacca

Nelle distese e nelle ampie pennellate di Sogni al campo è davvero facile perdersi: un abbandono piacevole, fisico, tra i paesaggi collinari e i prati di periferia di una riconoscibile Italia; un trasporto onirico ed emotivo che in pochi minuti ci conduce con delicatezza ai cambiamenti legati all’adolescenza e alla difficile accettazione di essi. Presentato in prima mondiale a Venezia 2020 nella sezione Orizzonti, il cortometraggio realizzato da Magda Guidi e Mara Cerri racconta la storia di un bambino e lo smarrimento del suo gatto Leo. Il continuo flusso di colore, reso da profonde pennellate materiche, è in continua metamorfosi ed ognuna di esse nasconde le malinconie e i turbamenti emotivi dell’allontanarsi della purezza infantile. Un racconto disegnato che ci tocca da vicino, capace di raccontare in maniera intima e universale tutto ciò che il processo di crescita porta con sé.

Marlon Brando – Vincent Tilanus
Visto da Margherita Fontana

Presentato alla Semaine de la Critique al Festival dell’ultimo festival di Cannes, il corto del danese Vincent Tilanus mette in scena l’amicizia di Cas e Naomi, entrambi omosessuali, alle prese con le scelte di vita alla fine del liceo. Marlon Brando, icona di sempre per il suo fascino irresistibile nonché per la sua quasi conclamata bisessualità, diventa il simbolo di questo rapporto bifronte, un’amicizia che segue le regole dell’amore e che è destinata ad esplodere. In più, come sottolineato dallo stesso regista, il fatto che l’attore sia diventato un’icona per la comunità LGBT, lega tutti i personaggi del film, uniti dalle tensioni familiari e sociali che incontrano anche a causa del loro orientamento sessuale. Una storia raccontata per frammenti, per tradurre, nelle parole del regista “gli innumerevoli momenti in miniatura che costruiscono un’amicizia e il viaggio verso l’indipendenza”.

Affairs of the art – Joanna Quinn
Visto da Sofia Brugali

Già protagonista di ben tre cortometraggi – Girls Night Out (1986), Body Beautiful (1990) e Dreams & Desires – Family Ties (2006), in Affairs of the Art Beryl si concentra sulla sua passione: l’arte. Alla ricerca di una direzione artistica originale, la sua riflessione comprende non solo la propria vita (l’ossessione per il disegno fin da bambina, la gravidanza e il lavoro come operaia), ma abbraccia anche le peculiarità dei suoi parenti. Dalla fissazione della sorella per la tassidermia, passando per la mania per le filettature del figlio, fino alla passione della nonna per i sottaceti: ad ogni eccentricità corrispondono capacità uniche. Particolare peso è dato ai corpi e alla loro fisicità, colti nella vitalità del movimento, così come nel rigore della morte. La narrazione senza peli sulla lingua di Beryl è un terremoto ilare, che con naturalezza esplora le stranezze umane.