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Ladies and gentlemen… benvenut* a Concorto 2021!

Saremo molto brevi in questa introduzione, l’edizione è alle porte e molte sono le novità da approntare. Appuntamento stasera quindi con i primi corti in concorso alle 21 a Parco Raggio e con le prime proiezioni in serra:

Ricordiatevi che quest’anno si può cenare in relax a Parco Raggio (apertura cancelli ore 20.15) e che è molto comodo saltare la coda acquistando il biglietto su EventBrite. Per accedere al festival è necessaria e obbligatoria la certificazione verde.

Let the festival begin!

An Invitation – Hao Zhao & Yeung Tung
Visto da Yorgos Kostianis

Estate 2008, Hong Kong.
Wenhui Chen visita suo padre per richiedere una carta d’identità permanente.
Il loro alienamento diventa sempre più palpabile mentre l’obiettivo li segue attraverso spazi variegati e liminali: uffici, ristoranti, treni e lo sciatto bilocale che il padre condivide con la sua nuova fidanzata.
Padre e figlio si trovano in costante prossimità, sebbene incapaci di esprimere il loro reciproco benché taciturno bisogno per l’altro.

Il film di Yeung Tung e Hao Zhao ha catturato l’attenzione della Semaine de la Critique di Cannes per l’ingegnoso modo in cui ricopre una sensazione straziante di colori caldi e vividi che riecheggiano l’ultimo periodo di una gioventù sfuggente.

Todo es culpa de la sal – María Cristina Pérez
Visto da Vanessa Mangiavacca

È tutta colpa del sale, di un oggetto fuori posto, di una piccola scelta sbagliata, di una frustrazione di troppo, della rabbia soffocata, delle parole sottaciute. Il cortometraggio della giovane regista colombiana María Cristina Pérez è una animazione in 2D, composta da dipinti, da materiche e compatte pennellate che danno vita a una famiglia di bradipi. Le animazioni ritraenti personaggi antropomorfi non sono certo una novità, tanto meno a Concorto, eppure è la prima volta che vediamo l’animale simbolo della lentezza per antonomasia in queste fattezze: il processo di estraniamento si fa più forte e il peso delle malinconia sembra duplicarsi. I bradipi trascorrono la loro vita sempre sugli alberi e questo è uno dei tanti segreti che li ha salvati dall'estinzione: In Todo es culpa de la sal scendono a terra e si vestono delle complessità emotive, economiche e sociali del vivere nel  mondo dell’uomo. Un delicato e intimo racconto familiare, narrato in prima persona dalla figlia maggiore, capace di posarsi sugli sguardi di una madre infelice e di un padre distratto e assente: in fondo, il possibile ritratto di una famiglia qualunque.

Searching for a mutual composition – Peter Podolský
Visto da Vanessa Mangiavacca

Arriva un momento in cui ti accorgi che i genitori non sono più solo coloro che ti hanno messo al mondo e ti hanno cresciuto, con cui hai giocato, trascorso le vacanze, litigato. Quando comprendi che dietro di loro si cela un individuo, una persona, con un passato e dei desideri – che la loro esistenza non coincide con il tuo venire al mondo – allora inizi a domandarti chi sono davvero. Peter Podolský fa lo stesso con sua madre nel cortometraggio Hľadanie spoločnej kompozície, in inglese Searching for a mutual composition: è proprio su un equilibrio di composizione mutuale, di scambio e complementarietà che si snoda l’opera, un intimo dialogo a due realizzato dal tramonto fino al calare della notte, in cui Peter e sua
madre sembrano essere gli ultimi essere umani sulla terra e ritagliano per loro un momento estremamente sincero e coraggioso, di domande e verità mai svelate prima. La piccola cinepresa a mano si posa sui tratti della madre, scrutandola come per la prima volta, tra riprese amatoriali e fotografie. Restano due corpi vivi nella notte che non smetteranno mai di richiamarsi e volersi bene.

Night Bus – Joe Hsieh
Visto da Margherita Fontana

L’animazione pluripremiata di Joe Hsieh è un viaggio notturno attraverso le brutture del genere umano. Sull’ultimo bus notturno in partenza verso una destinazione sconosciuta si incontrano infatti violenza, soprusi, malafede e tradimenti: i personaggi, quasi da giallo di Agatha Christie, che viaggiano nella notte sono infatti uniti da una rete, non visibile a prima vista, di relazioni. Il furto di una collana preziosa, che mima simbolicamente il “furto” di una giovane sposa al marito violento, e l’accidentale investimento di una scimmia, che porta con sé il suo piccolo, saranno gli eventi scatenanti di un climax che si concluderà con l’esplosione di questa corrotta comunità umana. Night Bus colpisce per la sua capacità di trasformare una situazione stereotipica in un inquietante film dell’orrore che ci parla della capacità umana di stravolgere gli equilibri naturali, e di imporsi attraverso la violenza, fisica e simbolica.

Bambirak- Zamarin Wahdat
Visto da Irene Pagano

“Bambirak” è la parola persiana per “libellula”. È infatti una libellula che cattura l’attenzione di Kati, una bambina tedesca di origine persiana, e che la porterà a un’amara conclusione: a causa del suo aspetto, per la gente sarà molto più facile accusarla di tutto ciò che va storto e dare per scontato la sua colpevolezza.
“Bambirak” di Zamarin Wahdat racconta anche la storia del padre di Kati, che, come straniero e padre single, è tormentato dai dubbi sul modo corretto di crescere sua figlia: vuole che lei veda la realtà spesso sgradevole e ingiusta di ciò che comporta vivere da immigrato in un altro paese, o vuole proteggerla da questa realizzazione e rassicurarla del fatto che loro due possano essere felici come chiunque altro, indipendentemente dai limiti contro cui potrebbero andare a scontrarsi? Kati non sembra essere d’accordo con la mentalità del padre: è una ragazza intelligente e pragmatica e non si vergogna di alzare la voce per farsi valere. Eppure, anche se suo padre sembra troppo preoccupato dalla lotta per la sopravvivenza per occuparsi di quella per il rispetto e la giustizia, Kati continua a guardarlo con profonda ammirazione e fiducia. Allo stesso modo, per quanto stanco, suo padre non smette mai di dimostrarle che è amata.

Noir Soleil – Marie Larrivé
Visto da Irene Pagano

Cosa succede quando ti ritrovi a piangere una perdita che non sapevi nemmeno di aver subito? Te ne vai via, magari versando qualche lacrima che non puoi davvero motivare, o ti fermi a fissare i resti coagulati di un passato che avrebbe potuto essere ma che non è mai realmente accaduto, non per te?
Dopo la scomparsa del padre, Dino, 12 anni, immagina che egli abbia lasciato la famiglia a Napoli per andare in America e ricominciare da capo con una nuova vita. Quarant’anni dopo, la storia che il ragazzino si è raccontato viene sconvolta da un cadavere ammuffito che riemerge dalle profondità del Mar Tirreno. Durante il loro viaggio a Napoli, in attesa che il cadavere venga identificato, Dino e sua figlia Victoria affondano, ondeggiano e rifluiscono come trasportati dalle onde, perdendosi nel passato, sia quello raccontato dai ricordi d’infanzia assolati di Dino, sia quello evocato dalla città, dal suo degrado urbano e dalle sue antiche rovine abitate dalle vittime pietrificate del disastro di Pompei.
“Noir-Soleil” di Marie Larrivé tenta di dipanare i misteriosi e intrecciati fili della consanguineità, della morte, dell’incomunicabilità e dell’affetto. Ciò che Larrivé ritrae con meticoloso e doloroso realismo sono le gestualità e la mimica della distanza libera dal giudizio, dell’amore privo di tenerezza e della curiosità vigile che caratterizzano i confini sfilacciati di un legame parentale fragile e incostante. Di fronte ai vulcanici rivolgimenti della vita, i fantasmi del lutto e dei legami di sangue sono ridotti in cenere e la più nuda, cruda e vulnerabile parte dell’essere umano viene svelata.

Greetings from Nigeria – Peter Hoferica
Visto da Vanessa Mangiavacca

La primissima sequenza del cortometraggio Pozdrav z Nigérie (Greeting from Nigeria) sembra il fermo immagine di una pièce teatrale, una composizione di bizzarri personaggi attentamente dislocati, sempre presenti, che si ripetono nelle stesse ben studiate e volutamente composite inquadrature: due nonni, un vaso, un cimelio religioso, un nipote annoiato, una domanda. Una storia ambientata nei giorni nostri ma che richiama nelle sue architetture e colori la Slovenia socialista dei decenni precedenti: d’altronde il protagonista è un nonno anziano che cerca di adattarsi alla modernità, in particolare alla tecnologica e al mondo di internet. Il regista sloveno Peter Hoferica realizza una commedia dagli ironici toni grigi sulle truffe che spesso colpiscono gli anziani e sulla loro incapacità di difendersi da individui avidi costantemente in agguato. Alla fine di tutto resta un solo credo, è il Denaro e ti insegue anche dopo la morte.

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