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a cura di Vanessa Mangiavacca e Yorgos Kostianis

Shortcut n. 4 si spinge fino in Grecia con un nome ormai noto al pubblico concortiano, quello di Thanasis Neofotistos, presente al festival per ben due anni consecutivi, partecipando nel 2019 partecipa con Patison Avenue e nel 2020 con Route-3, entrambi in concorso ufficiale.

A questo giro è toccato a lui. Tutti i cortometraggi sono disponibili online e c’è anche un po’ di Disney: onestamente, cosa c’era di più bello da piccoli che stare davanti alla tv con degli animali parlanti. Ultimo spoiler. Nella capsula del tempo ci finisce per la seconda volta (e senza troppe sorprese) La Jetée di Chris Marker. 

Thanasis Neofotistos è regista, scrittore e architetto greco. Ha partecipato alla Berlinale & Sarajevo Talents ed è stato a capo della programmazione dello Student Competition del 44° Drama Int. Short Film Festival. Il suo cortometraggio Patison Avenue (13’-2018), presentato in anteprima al 75° Festival di Venezia, ha vinto 3 premi al Festival di  Clermont-Ferrand 2019 (Jury, Canal+, EFA) ed è stato proiettato in più di 100 festival per il mondo. Route-3 è il suo ultimo titolo ed è stato presentato in anteprima mondiale al TIFF Toronto 2019. Tra le opere passate ricordiamo Greek School Prayer (20’-2014)  film di diploma vincitore del Greek short film nel 2014 e Sparkling candles (9’-2019), corto a tematica LGBTQI+, anch’esso premiato al 43° Frameline IFF. Ora sta raccogliendo fondi per il suo primo film, che immagina come la sua personale tragedia greca coming-of-age, The boy with the light-blue eyes (detto anche Peter and the wolf).

 

1 – Se dovessi presentare te stessa con solo uno dei tuoi film, quale sceglieresti?

Patision Avenue di Thanasis Neofotistos (2018)
Penso che il cortometraggio per cui vorrei essere ricordato sia Patision Avenue! È un film sul rapporto che ho con mia madre, è dedicato alla mia amata città Atene ed è anche un film che mostra il tipo di cinema che amo e che rappresento.

2 – Un cortometraggio che metteresti in una capsula del tempo, in modo da conservarlo per le future generazioni. 

Meshes of the Afternoon di Maya Deren (1943)

Questo corto è una favola surreale, un esperimento cinematografico, una donna in agonia esistenziale con il proprio sé, la vita e il tempo. È una masterclass di cinema, un’opera d’arte che ha sicuramente ispirato molti film e opere d’arte a partire da quel pomeriggio.

3 – Il film che guardi quando ti senti malinconico.

– Mickey’s Trailer di Ben Sharpsteen (1938)
Avrei dovuto sicuramente rispondere con un film guilty pleasure, nient’altro che gli amati film della Disney. Prima di passare ai lungometraggi animati la Disney ha realizzato dei cortometraggi meravigliosi, con i nostri eroi preferiti. Mi ricordano i giorni della mia innocenza e dell’infanzia! Ogni volta che li guardo mi rilasso e mi fanno sorridere di gioia. Uno dei miei preferiti è Mickey’s Trailer, con Topolino, Paperino e Pippo!

4 – Un’animazione psicotropa che ti risucchia dalla realtà. 

– Fresh Guacamole di PES (2012)

Un’incredibile animazione in stop-motion, pionieristica per l’epoca. Oggi sembra una clip di TikTok ma all’epoca fu nominata agli Oscar nella categoria Miglior corto d’animazione. È il film più corto che sia mai stato nominato agli Oscar. Qualcuno prepara il guacamole con gli ingredienti più strani… e non riesci proprio a smettere di guardarlo!

5 – Un cortometraggio che consideri fondamentale nella storia del formato corto.

La Jetée di Chris Marker – 1962

Questo film è una foto-storia epocale. È stato uno dei primi film che abbiamo studiato alla scuola di cinema, nonché  una delle opere più importanti della storia del cinema. È un film di fantascienza sui viaggi nel tempo dopo la Terza guerra mondiale. È forse il primo film post-apocalittico ad aver ispirato così tanti film di questo genere, come 12 Monkeys di Terry Gilliam e Tenet di Christopher Nolan.

6 – Un cortometraggio che ti lascia imbambolato e senza parole davanti allo schermo.

– Caroline di Celine Held & Logan George (2018)

Ho visto Caroline a un festival. Una madre single in una calda giornata lascia i suoi tre figli piccoli in macchina per andare velocemente in banca. In quel momento, inizia l’agonia della piccola Caroline e società, stigma e pregiudizio vengono alla ribalta.

Questo imprevedibile momento nel tempo che può cambiare la vostra vita. Accattivante, emozionante, con una narrazione semplice che come spettatore ti spinge a domandarti: cosa farei io in questo caso?

7 – Un cortometraggio che ti fa sentire in vena.

– Thunder Road di Jim Cummings (2016)

L’agente Armaud partecipa al funerale di sua madre e vuole dirle addio a modo suo. Questa è la storia di Thunder Road di Jim Cummings, protagonista e regista. Il suo personaggio è così particolare, strano e familiare che viene voglia di abbracciarlo. 

Il successo del film lo ha spinto a fare un lungometraggio con lo stesso titolo, ma io continuo a preferire il corto!  È una storia che ti porta a contemplare la nozione di morte e di funerale? Potrebbe forse essere tutto solo una celebrazione?

8 –  Cosa ti manca di più dei festival cinematografici?

Oh… mi manca tutto! Mi manca viaggiare, mi manca incontrare nuovi amici, vedere film al cinema. I festival di cinema erano la mia vita e mi sento meno vivo ora, stando lontano da loro. L’arte sta soffrendo a causa della pandemia e spero che i cinema e i festival di cinema tornino presto nella loro forma fisica.

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