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Se non siete già a palazzo XNL precipitatevi! Alle 17 talk con Masbedo e alle 18 i corti sperimentali di UBIK vi aspettano.

La cena a Parco Raggio è sempre dalle 20.15 e dalle 21 infornata di corti in concorso. Il Teatro Serra stasera offre sia il Focus Finlandia alle 23.30 che Supernature alle 00.15; al boschetto Gianpace live!

27 steps – Andrea Schramm
Visto da Irene Pagano

Quando qualcuno che amiamo muore, il mondo intorno a noi sembra pietrificarsi, mentre il dolore si insinua all’interno come una freddissima colata di cemento, allo stesso tempo sorprendente e anestetizzante. Cosa accadrebbe, però, se il mondo a quel punto si fermasse davvero? Questo è ciò che molte persone hanno dovuto sperimentare durante la crisi pandemica del Covid-19. Nel suo cortometraggio “27 Schritte”, Andrea Schramm dà un resoconto di prima mano di cosa si provi a vivere in un limbo a due strati – quello della perdita in aggiunta a quello indotto dalle procedure di lockdown.
Attraverso telefonate registrate di parenti che porgono le loro condoglianze, fotogrammi in bianco e nero di un’abitazione dove lo scorrere naturale del tempo è stato compromesso e voci senza volto che discutono le proprie paure, il film possiede una qualità inquietante, quasi fantasmatica. In esso si delinea il paesaggio purgatoriale di un luogo, una volta casa, pieno di cose rotte: una famiglia mutilata, un tempo danneggiato, un dolore a cui è stata negata ogni possibilità di espressione e catarsi.
Alla fine ciò che rimane in questo quadro raggelante e intimo è il calore degli accenti e delle parole amorevoli, l’immagine del padre di Schramm che cammina su e giù per la stanza, e tutti i ricordi che ricoprono quelle pareti che lo spettatore ha lentamente iniziato a percepire come familiari.

The Nightwalk – Adriano Valerio
Visto da Yorgos Kostianis

Jarvis sente un disperato bisogno di escapismo, e quando il suo percorso accademico gli offre la possibilità di sfuggire in Cina, non ci pensa due volte.
La sua nuova vita a Shanghai parte con il piede giusto: nuova atmosfera, nuovi amici, nuovi colpi di fulmine. Tuttavia, indipendentemente della distanza, il passato resta sempre ineluttabile e quando si trova inaspettatamente prigioniero nelle quattro mura del suo appartamento desolato, i fantasmi che ha lasciato a Londra cominciano a invadere la sua testa.

Nonostante la sua ubiquità nei media, nel ciclo delle notizie ma anche in tutte le nostre interazioni quotidiane, la pandemia è stata un argomento in qualche modo scivoloso per i registi. Un adattamento cinematografico di un fenomeno così planetario nel suo impatto non è certo un compito facile.
In “The Nightwalk”, lo scrittore e regista Adriano Valerio assume questo compito in modo umano e disarmante.
Attraverso la cinematografia elegante e incisiva di Olivier Dressen, il regista incapsula perfettamente la vita nella soffocante desolazione del lockdown, pur mantenendo un tocco surreale inserendo spezzoni apparentemente casuali benché abilmente allegorici di vecchi film con Charlie Chaplin, Buster Keaton e dallo stupendo ‘Che ora è?’ del compianto maestro Ettore Scola.

La sagacia della narrativa di Valerio risiede nella consapevole scelta di non trattare la pandemia come il nesso del suo film, ma piuttosto come l’impulso che spinge il suo protagonista a confrontarsi con il suo passato, il suo trauma e la sua paralizzante paura della solitudine.

A Holiday from mourning – Zara Dwinger
Visto da Carlotta Magistris

Dopo il dolore della perdita della madre, un’ adolescente cerca di contenere il lutto e distaccare la mente con un viaggio in Portogallo con i suoi amici. Lì, i fiumi di alcol, sostanze varie, musica e sesso in cui si immerge attutiscono il colpo e le offrono un effimero escapismo emotivo. Ma tutte le ferite, soprattutto quelle più profonde, sono destinate a fare la cicatrice col tempo, anche se un po’ di antidolorifico non fa mai male. Il ritorno sarà una reimmersione nella pena ma anche l’inizio di quel cammino di elaborazione che permette alla vita di continuare.

Lizard – Akinola Davies
Visto da Sofia Brugali

Quando si sentono minacciati, gli esemplari maschi delle lucertole agama scuotono la testa per difendere il proprio territorio: tale animale sembra essere un segno premonitore per la giovane Juwon, la sua apparizione precede situazioni pericolose. Cacciata fuori dalla classe, la ragazza si ritrova a curiosare nei dintorni della struttura finendo per fare i conti con le realtà più oscure di Lagos e della sua chiesa locale. Lizard espone le fragilità della società nigeriana, divisa da profonde disuguaglianze socioeconomiche, suggerendo una riflessione che comprende e lega ricchi civili, esponenti religiosi e criminali armati.

Conversations with a whale – Anna Samoylovich
Visto da Irene Pagano

Un artista è come un Dio debole. Possiamo creare scenari impossibili, superare ogni limite. Eppure non possiamo separarci dal bisogno di approvazione. Non importa quanto sia meraviglioso il nostro lavoro o quanto abbiamo fiducia nel nostro mestiere, un’opera d’arte senza pubblico, feedback o risonanza potrebbe anche non esistere. Senza approvazione, il Dio dietro la macchina da presa potrebbe anche lasciar cadere la sua corona e spogliarsi del suo mantello. Quando la fame di successo ulula nella nostra testa, dimentichiamo come godere del frutto più discreto e personale del nostro lavoro e trasformiamo il processo artistico in una caccia ad una balena che noi stessi abbiamo prodotto.
“Conversations with a Whale” di Anna Samo è una riflessione onesta sulle tribolazioni e le gioie che derivano dall’essere un regista. Con le sue meravigliose animazioni in stop-motion, il design delicato e i movimenti frenetici, questo cortometraggio riesce a incapsulare la lotta che ogni artista, prima o poi, deve affrontare: il riconoscimento è davvero ciò che fa la differenza, o dovremmo solo apprezzare ciò che facciamo e il piacere genuino di farlo, dare forma a qualcosa, portarlo al mondo con nient’altro che le nostre mani stanche e sporche d’inchiostro?

Dustin – Naila Guiguet
Visto da Carlotta Magistris

In una fabbrica abbandonata, un gruppo di persone ballano una techno a bmp alti in quella che sembra una festa illegale. Fra loro c’è Dustin, una ragazza trans e il suo gruppo, fra cui il suo ragazzo Felix. Lì, droghe, alcol e disinibizioni ampliano le reciproche dimensioni emotive, spingendo oltre i confini i propri comportamenti, lasciando delle vene di amarezza e piccole punte di vendicatività. Ma c’è una sottile linea di demarcazione fra quelli che sono i sentimenti e quelli che sono gli impulsi dell’emotività, ed è lì che ogni cosa sembra ritrovare un suo posto.

Grab them – Morgane Dziurla-Petit
Visto da Sofia Brugali

La vita di Sally è diventata un inferno da quando Trump ha assunto la carica di presidente degli Stati Uniti d’America: la loro somiglianza ha reso la donna una reietta. Bersagliata dagli sguardi di disapprovazione delle sconosciute e degli sconosciuti, Sally si racconta alla troupe di Morgane Dziurla-Petit, parlando delle proprie difficoltà in ambito sessuale e sentimentale dopo la morte del marito e lanciando un appello a spettatrici e spettatori: smettere di giudicare le persone dal loro aspetto esteriore. Un cortometraggio in deepfake tragicomico, che unisce elementi di riflessione a una narrazione irriverente.
N.B. Non adatto a negazionisti climatici.