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Il mercoledì concortiano inizia con una gita enogastronomica alla Tenuta Pernice, sponsor dei nostri vini. Speriamo che gli ospiti facciano ritorno e non decidano di restare a godersi le colline piacentine fino a tarda sera; se così fosse, avrebbero comunque la nostra comprensione.

Per chi fa della cinefilia una religione, vietato perdersi alle 18 a XNL la seconda parte del Focus Forever Young, con alcuni dei corti più belli passati a Concorto negli anni più recenti.

Stasera cancelli aperti come sempre dalle 20.15, dalle 21 proiezione dei film in concorso e tripletta notturna: ore 23.30 il talk After Babel con Nicola Manuppelli e Isabella Carini al Boschetto; in serra ore 23.30 Back to Black e a mezzanotte e un quarto i brividi di Deep Night.

Le départ – Said Hamich
Visto da Sofia Brugali

L’estate del 2004 diventa per l’undicenne Adil un ponte sul Mediterraneo, con il Marocco da un lato e la Francia dall’altro. Da una parte il Paese in cui è nato e vissuto: la familiarità dei luoghi, la madre, il sole, i pomeriggi passati a giocare con gli amici; dall’altra la promessa di nuove possibilità, il padre e il fratello, un mondo di “donne che nuotano come sardine”. Lasciare una vita felice per avere…? Saïd Hamich racconta l’esperienza della migrazione vissuta dal punto di vista di un bambino, esponendo anche il rapporto di dipendenza che ancora lega il Marocco alla Francia.

The natural death of a mouse – Katharina Huber
Visto da Sofia Brugali

In The Natural Death of a Mouse, Katharina Huber esplora il peso della responsabilità individuale in un mondo in cui crescenti sono le pressioni sul comportamento e sulle scelte del singolo per contrastare processi deleteri a livello globale. Attraverso il dialogo interiore della protagonista – che interagisce con le voci della propria coscienza – emerge la tensione tra senso di colpa e redenzione, evidente nella scena in cui a riaffiorare alla memoria sono le famose parole attribuite a Gesù Cristo: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”. L’elemento biblico è frequente anche nelle opere pittoriche citate all’interno dell’animazione, insieme a vedute apocalittiche e sublimi.

Malumore – Loris Giuseppe Nese
Visto da Sofia Brugali

Il minaccioso ticchettio dell’orologio segna lo scorrere della giornata lavorativa di una badante: tic-tac la solitudine, tic-tac l’estenuante e indistinto ripetersi dei giorni, tic-tac la monotonia che rende ogni persona anziana simile all’altra, tic-tac l’imperpetua attesa della morte, il suo avvento e con esso la necessità di trovare un nuovo lavoro. Malumore coglie la precaria condizione di coloro che assistono gli anziani nelle proprie case e li accompagnano nel loro inesorabile declino fino al trapasso, attraverso lo sguardo intimo e soggettivo di una figlia.

When I dance, the earth trembles – Otto Reuschel
Visto da Carlotta Magistris

Berlino. Una panoramica sotto forma di piano-sequenza percorre con un retrogusto antropologico qualche figura che abita la città delle libertà, dove giovani incompresi dagli altri e da se stessi cercano una risposta alle proprie inquietudini in un posto che sembra costruito apposta per dare queste risposte. Ma come in ogni grande favola, il dark side è dietro l’angolo e tendenzialmente riguarda quel lato della società che non risponde alla ruota del pavone di un luogo per attirare a sé esigenze di escapismo da altri luoghi. Una città non può essere solo slogan, ecologia, avanguardia e progressismo. Guardate meglio.

Swallow the universe – Nieto
Visto da Vanessa Mangiavacca

Nel cortometraggio Swallow the Universe la tela eclettica del pittore e illustratore giapponese Daīchi Mori prende vita sotto la regia enigmatica di Nieto: nel rispetto della tecnica usata dall’artista (il quale dipinge solo su rotoli di 3 metri), un rotolo tridimensionale si distende per tutta la durata del film come una dashboard che si anima in un lungo piano sequenza. La genesi del film è altrettanto eccentrica e risponde al volere del caso: Nieto, durante un viaggio in Giappone rimane incuriosito da un gruppo di anziane signore che vivono con gli animali domestici più improbabili e in quell’occasione conosce la nonna di Daīchi Mori, che gli mostra i dipinti del nipote. Il mondo della tradizione nipponica si mescola con quello del manga, in una sovrabbondanza di colori, scie e indistinti passaggi: l’equilibrio del regno animale viene all’improvviso sconvolto dall’arrivo di un bambino. Fluisce così un racconto a più strade e gironi infernali che sfocia in infinite interpretazioni che dipendono solo dall’immaginazione di chi guarda. Una rana dalla voce robotica vi accompagnerà in questa animazione imperdibile, prima italiana a Concorto.

My mother’s girlfriend – Arun Fulara
Visto da Sofia Brugali

My Mother’s Girlfriend (“La ragazza di mia madre”, 2021) è il secondo cortometraggio di Arun Fulara a creare uno spazio di rappresentazione cinematografica per le coppie omosessuali in India. Mentre Sunday (2020) si concentrava sulla repressione delle proprie inclinazioni sessuali, il nuovo film esplora più in dettaglio la questione dell’approvazione della società. Se all’inizio del corto le poetiche bugie della madre (Renuka) – che paragona l’amante (Sadiya) alla Dea – ricordano l’atmosfera di segretezza di Sunday, con la scoperta della relazione da parte del figlio (Mangesh) il discorso si amplia. Nelle ansie espresse a Renuka, infatti, Mangesh rivela la tensione tra accettazione individuale e generale: egli non mette in questione il rapporto tra la madre e la fidanzata, ma la sua pubblica ricezione. Nell’amore che entrambi nutrono per Ranuka, Mangesh e Sadiya trovano un punto d’incontro: il lieto fine è un messaggio di speranza per una società in cambiamento.